venerdì, Aprile 26, 2024

Visto che ce stamo…realizziamolo sto sogno

Progetto del 1953 Particolare del piano ai merli “Bocca” di ingresso ed uscita

di Angelo Alfani

Ogni Comunità ha i suoi sogni. Quando questi diventano pensiero fisso, ostinato, teso alla realizzazione di una specifica cosa si parla di fissazione. Uno dei sogni- fissazione che ha marcato da sempre i cervetrani è stato quello del poter “bucare” le mura che stringono la parte a sud del Paese, alla fine della stretta e ripida via Agillina per intendersi, realizzando così una seconda via di uscita verso valle. Per secula seculorum questa possibilità era data da cunicoli con scalette ricavate nel costone di tufo che separava l’Acropoli dal fosso che scendeva lungo i giardini ed il rio Manganello. Da molte case si diramano grotte interamente scavate che permettevano una rapida e sicura uscita a valle. Ma una strada vera che dai merli accedesse alla etrusca strada che portava a Pirgy e dopo il 1929 si collegasse alla Autostrada della Necropoli ha sempre turbato i sogni dei nostri nonni. Nelle tante osterie che si aprivano in via Agyllina spesso il discorso sul “ buco” ai merli era ricorrente.Infinite volte i ragazzini che s’ammucchiavano intorno alle pietre di fronte a casa di Carluccio fantasticavano su questa apertura e sull’abbattimento della cabbina, vista come mostriciattolo ingombrante ed inutile. Vediamo come per ben due volte l’Amministrazione pubblica provo’ a proporre soluzioni. In data 25 agosto 1933-anno XI^ dell’era che fu, il geometra braccianese Giovanni S., presentò una relazione con relativo progetto e computo per l’apertura di un strada di accesso all’abitato dal lato sud. L’esigenza di tale opera viene esplicitata nella relazione del tecnico sabatino come segue: “Il vecchio abitato del Comune di Cerveteri, per la sua particolare giacitura in rilievo su tre lati, non ha che una unica via di accesso, e cioè nel lato nord, in corrispondenza della Piazza del Risorgimento. Questo stato di cose, che nel passato era pressoché inavvertito, colle mutate condizioni del traffico, reca particolare disagio agli abitanti della parte sud del paese, i quali, per discendere nella sottostante campagna, debbono percorrere l’abitato due volte (su e giù) in tutta la sua lunghezza: donde la necessità, generalmente sentita, di avere su questo lato una via di sbocco verso l’esterno del paese. Il tracciato stradale ipotizzato, avrebbe un lunghezza di m. 84, costituiti da un rettilineo incassato nel muro, raccordato, a mezzo di una curva in rilevato, con altro breve rettilineo che termina sulla strada della Necropoli Etrusca. Dovendosi superare un dislivello di m. 14 la strada avrà una pendenza del 16%, e dovrebbe partire dal fabbricato della Società Volsinia di Elettricità (nota oggi come “cabbina” ma allora era la metà in altezza )e dal muro delle proprietà Marini e Piscini. Per rendere più agevole il transito dei veicoli a trazione animale ed ai pedoni è stato divisato di fare una gettata di calcestruzzo di cm. 20 con pietrisco di cava”. Nel computo metrico estimativo della spesa, allegato alla relazione, il costo era di 22. 300 lire. La spesa si conterrà pressoché nei limiti previsti, essendo la natura del sottosuolo che si attraversa costituito da banco ininterrotto di tufo, potendosi utilizzare il pietrame ricavato per i lavori di costruzione del muro. Salvo imprevisti! Nel maggio del ‘53, esattamente venti anni dopo dal primo progetto, mentre un grosso balenottero di 9 metri di lunghezza e 50 quintali di peso, spiaggiava agli Scojetti attirando centinaia di curiosi, l’Amministrazione cervetrana presentava una nuova progettazione “per la costruzione dell’allacciamento stradale tra via della Necropoli e Largo della Boccetta”. Progettazione che teneva conto delle nuove esigenze del traffico e delle nuove proprietà ma che sostanzialmente si riprometteva lo stesso obiettivo: quello di liberare i cervetrani dal senso di accerchiamento naturale, dovuto alla sbalza di tufo che scende a picco, ad altezza variabile, sul piano di campagna, grazie ad un nuovo buco che gli consentiva di avere un’altra via di uscita dal Paese. La cabbina nel frattempo, divenuta Enel, si era raddoppiata in altezza, gli orti di agrumi e verdure, racchiusi in splendide mura sbruffate a calcina e puzzolana, avevano cambiato di proprietà. I calcoli tenevano conto delle fondazioni ovviamente, dei muri di controscarpa e soprattutto di un ponte in ferro per l’allacciamento dei tronchi stradali interni. Particolare cura nella progettualità era rivolta alla costruzione del muro di controscarpa e all’arco di ingresso, da realizzarsi a faccia a vista con archi e giunti stilati e tamponatura interna a opra incerta. Questa volta il totale, compreso imprevisti, era di 4. 400. 000 lire. Visto che potrebbe accadere, le vie del Signore sono infinite, che al Largo della Boccetta metteranno le mani buttando giù l’intruso per far posto ad un giardinetto con panchine in legno nascoste ad occhi indiscreti per innamorati e sognatori di ogni età, etnia e sesso, sta a vedere che il sogno dei sogni cervetrano potrebbe tornare all’ordine del giorno!?

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