martedì, Marzo 19, 2024

Vincenzo Visco: “La globalizzazione non è stata una marcia trionfale”

Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco

“Ci sono stati benefici, ma ci sono stati anche costi. Non è stata una marcia trionfale questo cambiamento straordinario della globalizzazione”. Esordisce così Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, alla terza giornata del Festival internazionale dell’economia di Torino, che quest’anno ha per tema proprio “Ripensare la globalizzazione”. Il titolo dell’incontro al teatro Carignano, un’intervista con il giornalista Federico Fubini, è ”L’Italia, l’Europa e l’incertezza economico-politico-globale”. “La globalizzazione non è soltanto il libero scambio come molti immaginano, ma è la possibilità di avere in un mondo interconnesso il trasferimento delle idee, delle conoscenze. È la capacità di beneficiare tutti, anziché solo alcuni, dei cambiamenti positivi e di difendersi tutti insieme dai rischi che, sempre più, sono rischi di natura globale”, ha detto l’economista. Il progresso è andato avanti “a danno di coloro che erano specializzati, ma non erano formati per affrontare un futuro incerto. Certamente – ha aggiunto – ci sono stati cambiamenti molto negativi, il clima è uno di quelli più evidenti che si è associato al progresso economico, perché l’inquinamento in qualche modo è associato a un aumento dell’attività produttiva”. Nel corso dell’incontro si è parlato anche di auto elettriche. “L’Italia e l’Europa sono rimaste indietro. È mancata la consapevolezza dell’importanza dell’innovazione in questo campo”. “Nell’innovazione digitale – ha aggiunto Visco – la leadership non è sicuramente europea. È difficile aspettarsi che l’innovazione provenga da imprese europee, ma possiamo rientrare in tante aree e sviluppi che neppure immaginiamo. Serve però unità, coesione e condivisione degli obiettivi”. “Non si può fare a meno della Cina e quindi serve la diplomazia, la cooperazione internazionale, serve non rinunciare ai principi cruciali ma si deve fare di tutto per potere convivere al meglio in quello scambio di leadership che deve essere continuo e settoriale”. “L’impressione che ho sull’attività G7 – sottolinea Visco – è che questo sia compreso. Nel G7 i paesi occidentali contano per il 30% dell’economia mondiale, contavano per il 50-60% 30 anni fa. Il cambiamento è stato straordinario ed è legato sostanzialmente alla demografica. I 3 miliardi in più di persone che ci sono nel mondo sono fuori dai paesi avanzati. E questi 3 miliardi sui 5 miliardi pesano in modo cruciale. Quello che dobbiamo mantenere le interconnessioni perché dall’economie di scala, dalla capacità di trasferire le idee e le conoscenze nasce il progresso con la capacità però di reagire per tempo alle disuguaglianze, ai cambiamenti climatici, ai problemi che la stessa apertura dei mercati può causare”, osserva il governatore della Banca d’Italia. Intanto la popolazione mondiale cresce e l’Italia invecchia. “Noi abbiamo davanti a noi stime di un aumento della popolazione mondiale di un altro paio di miliardi nei prossimi 20 anni. Non nei paesi avanzati, che resteranno intorno al miliardo. Il resto del mondo sarà 8 miliardi. Se chiudiamo ci sarà un miliardo da una parte e 8 miliardi dall’altra. Se nella chiusura si cresce tutti meno, cosa potrà succedere per quanto riguarda la questione delle migrazioni? Noi avremo una pressione straordinariamente più forte rispetto a quella che c’è adesso. Il nostro invecchiamento della popolazione richiederà di essere aperti anche su questo piano ma va gestito. Ma la gestione è molto complessa se non siamo preparati”.

Articoli correlati

Ultimi articoli