Home Primo piano Cronaca Omicidio di Giulia Tramontano, in un tombino patente e bancomat della ragazza

Omicidio di Giulia Tramontano, in un tombino patente e bancomat della ragazza

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I vigili del fuoco hanno ritrovato alcuni documenti di Giulia Tramontano. Dentro un tombino, nei pressi della stazione della metropolitana Comasina a Milano, c’erano la patente di guida che appartiene alla 29enne uccisa a Senago dal fidanzato, oltre a un bancomat, una carta bancaria blu piegata a metà. Intanto si apprende che Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell’omicidio, durante l’interrogatorio ha dichiarato: “Nel momento in cui ho deciso di uccidere la mia compagna non c’era né ira né rabbia né desiderio di vendetta”. Gli investigatori sono tornati nell’appartamento di Senago, dove la giovane sarebbe stata uccisa, alla ricerca dell’arma del delitto. Impagnatiello aveva spiegato di aver usato un coltello, che poi aveva lavato e riposto dopo l’omicidio in un ceppo portacoltelli sopra il frigorifero in cucina. La coltelliera è stata individuata e ora inizieranno le analisi degli investigatori per individuare il coltello usato dall’omicida. “L’arma è stata indicata, repertata e sapremo tutto quanto all’esito”, ha riferito l’avvocato della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti. Poco prima avevano lasciato la casa senza rilasciare dichiarazioni anche il pm Alessia Menegazzo e il procuratore aggiunto Letizia Mannella. Parole pronunciate con freddezza quelle di Impagnatiello nell’interrogatorio, che risale alla mattina di venerdì 2 giugno quando nel carcere di San Vittore a Milano, il barman ha risposto alle domande del gip Angela Minerva. “Ho deciso senza motivazioni. Ci sto pensando costantemente. La situazione era per me, mi passi il termine, stressante. Questa è l’unica cosa che posso dire, ma non c’era un reale motivo”. Accanto al 30enne nel corso di quell’interrogatorio c’era il legale Sebastiano Sartori, che lunedì ha rinunciato al mandato per “motivi connessi al rapporto fiduciario con l’assistito”. Impagnatiello è accusato di omicidio volontario aggravato, procurato aborto e occultamento di cadavere. Nel primo interrogatorio con i pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella, e i carabinieri del Nucleo investigativo, guidati da Antonio Coppola e Fabio Rufino, Impagnatiello aveva sostenuto cose diverse. Aveva detto che, dopo il ritorno di Giulia dall’incontro con l’altra donna del barman, i due avevano iniziato a discutere. Aveva inoltre aggiunto che, mentre la compagna stava tagliando i pomodori per la cena, con il coltello aveva iniziato a procurarsi dei tagli a un braccio e al collo e che, allora, lui l’aveva colpita “per non farla soffrire”. Una versione a cui nessuno ha dato credito e che, allora, lo stesso 30enne ha smontato nel secondo interrogatorio davanti al gip. “Giulia non si è pugnalata, si è ferita inavvertitamente sul braccio destro mentre tagliava le verdure. Ho preso io il coltello e ho proseguito”.

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