mercoledì, Maggio 15, 2024

Giustizia, Meloni: a breve norma sui reati di criminalità organizzata

Giorgia Meloni è intervenuta nel Consiglio dei ministri per annunciare che a breve, “d’intesa con il ministro della Giustizia Nordio”, sarà messa a punto “una norma di interpretazione autentica, che chiarisca una volta per tutte cosa debba intendersi per reati di criminalità organizzata”. La norma avrà come scopo quello di “evitare che gravi reati vadano impuniti per effetto dell’interpretazione di recente avanzata dalla Corte di Cassazione”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. Giorgia Meloni ha spiegato: “Se fino a poco tempo fa l’interpretazione del concetto di criminalità organizzata era chiaro, una recente sentenza della Corte di Cassazione (la n. 34895 del 2022) lo ha posto seriamente in dubbio. La Cassazione ha infatti affermato – cito testualmente – che possono ‘farsi rientrare nella nozione di delitti di ‘criminalità organizzata’ solo fattispecie criminose associative, comuni e non’, con la conseguenza che devono escludersi dal regime per essi previsti i reati di per sé non associativi, come un omicidio, ‘per quanto commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416-bis c.p. ovvero al fine di agevolare l’attività delle associazioni previste dal suddetto articolo'”. Il presidente del Consiglio ha dunque annunciato una norma ad hoc per identificare i reati di criminalità organizzata. “In altre parole – ha sottolineato Meloni -, un omicidio commesso avvalendosi di modalità mafiose o commesso al fine di agevolare un’associazione criminale non sarebbe un delitto di criminalità organizzata, secondo la Cassazione. La sentenza ha a oggetto il regime delle intercettazioni ambientali, ma afferma principi di carattere generale. E principi del genere si prestano a provocare ricadute molto pesanti per il nostro sistema e per la pubblica sicurezza”. Il Consiglio dei ministri ha dato poi via libera al decreto legislativo che attua la delega della Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 in materia di mappatura e trasparenza dei regimi concessori di beni pubblici. Il Consiglio dei ministri ha poi approvato un disegno di legge di abrogazione di norme repubblicane relative al periodo 1891-1920 con il quale si è provveduto a eliminare dall’ordinamento 9.924 regi decreti.
Grazie a questi primi tre disegni di legge saranno eliminati complessivamente dall’ordinamento quasi 19mila atti che avevano esaurito i loro effetti ma che, a fronte del sovrapporsi di norme spesso non coordinate tra loro, continuavano a determinare incertezze giuridiche. Tra i regi decreti che verranno abrogati si segnalano, tra gli altri: il regio decreto 14 luglio 1895, n. CLIX (159) che autorizza il Comune di Pesaro a continuare a riscuotere in luogo ed a compensazione della tassa di minuta vendita sulle bevande vinose e spiritose, sul mosto e sull’uva, un dazio addizionale superiore al 50 per cento del governativo per l’introduzione delle dette bevande nella linea daziaria; il regio decreto 11 luglio 1909, n. CCCLXXXII (382) che concede alla Società coloniale italiana un appezzamento di terreno nella Colonia Eritrea a scopo di coltivarvi l’agave sisalana.

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