lunedì, Aprile 29, 2024

Alla Mostra del Cinema di Venezia, sono in concorso sei film italiani

Il già annunciato ‘Comandante’ di Edoardo De Angelis, che è anche film d’apertura al posto di ‘Challengers’ di Luca Guadagnino, ritirato dopo lo slittamento dell’uscita al prossimo anno; ‘Enea’, opera seconda di Pietro Castellitto; ‘Finalmente l’alba’ di Saverio Costanzo; ‘Lubo’ di Giorgio Diritti; ‘Io capitano’ di Matteo Garrone; ‘Adagio’ di Stefano Sollima. Sono sei, come da anticipazioni della vigilia, i film italiani nel concorso principale della Mostra del Cinema di Venezia, annunciati oggi ufficialmente dal direttore Alberto Barbera nella tradizionale conferenza stampa di illustrazione del cartellone. Per quanto riguarda i film invitati, sono 82 lungometraggi e 14 cortometraggi. “Ci siamo chiesti se fosse giusto metterne sei. Non è la prima volta. La produzione italiana è rimasta a livelli altissimi, i film italiani arrivati in selezione sono 226, un numero enorme, e la qualità era superiore a quella dello scorso anno. Ma non sarà una mostra autarchica, sarà come sempre una mostra largamente rappresentativa del cinema contemporaneo”, ha poi sottolineato con forza Barbera. Che spiega nel merito la scelta: “Sono sei film della cui bontà siamo concordemente convinti -scandisce il direttore artistico- Lasciarne fuori qualcuno sarebbe stata una scelta difficilissima e dolorosa. Sono film diversissimi, che osano, da molti punti di vista”. Il film “di Costanzo ha un budget di 28 milioni di euro, quello di De Angelis ‘Comandante’ i tra i 16 e i 17, quello di Garrone più di otto milioni -dice Barbera- Questo non è un segno di follia da parte dei produttori, è il rischio consapevole assunto dai produttori italiani e la volontà di consolidare le strutture produttive del nostro cinema”. Finora, osserva il direttore artistico, “il nostro cinema recente ha avuto difficoltà ad uscire dai confini nazionali e confrontarsi con realtà internazionali perché era un cinema fatto di realtà produttive piccole, deboli e con risorse finanziarie contenute che incidevano sul prodotto finale”. Ora “siamo in un contesto completamente diverso. Ciascuno di questi film osa fare qualcosa: dal punto di vista delle storie raccontate, della ricerca formale, della ricerca stilistica. E tutti segnalano la volontà di uscire dai canoni tradizionali che hanno segnato gli ultimi 20 anni del nostro cinema e di misurarsi con ambizioni diverse”. In conclusione “non mi pare per nulla bizzarro o straordinario che quest’anno ci siano sei film”.

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