lunedì, Aprile 29, 2024

Musica in lutto, è morta la cantante Sinead O’Connor

Sinead O’Connor è morta il 26 luglio 2023 all’età di 56 anni dopo una lunga battaglia contro i suoi problemi di salute mentale e per un tumore. La cantante irlandese ha pubblicato 10 album in studio e la sua canzone “Nothing Compares 2 U” è stata un grande successo. La O’Connor ha sofferto di diversi problemi di natura mentale tra cui agorafobia e bassa autostima acuta. Nel 2017, ha confessato di aver tentato per ben otto volte il suicidio, l’ultima volta dopo la perdita del figlio, e di essere stata torturata dalla madre. Sinead O’Connor, autrice di 10 album durante la sua carriera, lascia tre figli: un quarto, Shane, era morto l’anno scorso a 17 anni, ultima tragedia della sua vita. La cantante si era convertita all’Islam nel 2018 cambiando il nome in Shuhada Sadaqat, ma nonostante il nuovo nome ha continuato a esibirsi come Sinead O’Connor. Nel 2021 aveva pubblicato il libro di memorie ‘Rememberings’, mentre l’anno scorso Kathryn Ferguson ha diretto un film sulla sua vita. Nel 1985 Sinéad si trasferisce a Londra per lavorare al suo primo album. The Lion and the Cobra, scritto e prodotto dalla stessa Sinéad e che viene pubblicato nel 1987. L’album è un immediato successo di pubblico e critica, in cui compare anche una giovane Enya che nel brano Never get old recita in gaelico alcuni passi della Bibbia. Sull’onda del successo del disco, Sinéad intraprende un tour attraverso l’Europa e gli Stati Uniti. Il concerto tenuto al Dominion Theatre di Londra nel giugno 1988 viene ripreso dal regista John Maybury e l’anno seguente viene pubblicato col titolo The Value of Ignorance. Il 1989 vede inoltre l’esordio di Sinéad come attrice nel film Hush-a-Bye Baby. In campo musicale il suo successo maggiore rimane legato al singolo Nothing Compares 2 U, del 1990, e incluso nell’album I Do Not Want What I Haven’t Got. Il brano è una struggente ballata romantica e raggiunge i vertici delle classifiche mondiali. Prince, nel 1985, l’aveva composta e affidata ai The Family che la inclusero nel loro unico disco, rivelatosi un totale insuccesso. O’Connor, dopo cinque anni, spinta dal suo manager, reinterpreta a suo modo il brano, altrimenti destinato a rimanere sconosciuto. Lo stesso album ottenne un ragguardevole successo, trainato anche dai singoli successivi The Emperor’s New Clothes e Three Babies. L’album vende 7 milioni di copie nel mondo. Sulla scia della popolarità, prende parte al mastodontico concerto The Wall – Live in Berlin organizzato da Roger Waters il 10 settembre 1990, esibendosi sulle note del brano Mother insieme a The Band. Nel 1992 pubblica il terzo album Am I Not Your Girl?, composto da una serie di omaggi a celebri standard jazz che abbracciano circa sessant’anni di storia della canzone, con un solo inedito, Success Has Made a Failure of Our Home, di cui ha scritto il testo. Tra il 1990 e il 1991 ha una relazione con il cantante Anthony Kiedis, membro del gruppo Red Hot Chili Peppers, il quale le dedica la canzone I Could Have Lied (contenuto nell’album Blood Sugar Sex Magik). Nel 1992, dopo aver manifestato l’intenzione di non esibirsi in New Jersey se fosse stato suonato l’inno nazionale degli Stati Uniti d’America, Frank Sinatra dichiarò che l’avrebbe volentieri presa a calci nel sedere (“kick her ass”). Nel mese di ottobre dello stesso anno, mentre cantava War di Bob Marley al Saturday Night Live cambiò inaspettatamente le ultime parole del testo per riferirsi esplicitamente al problema della pratica della pedofilia denunciata contro alcuni esponenti della Chiesa cattolica negli Stati Uniti d’America[7]. Al termine della canzone immediatamente strappò davanti alle telecamere una foto di Papa Giovanni Paolo II dicendo con fermezza “combatti il vero nemico” (Fight the real enemy). La cantante partecipa il 16 ottobre 1992 al concerto presso il Madison Square Garden dedicato ai trent’anni di carriera di Bob Dylan ma, salita sul palco, il pubblico comincia a insultarla per via delle sue posizioni provocatorie. O’Connor aspetta in silenzio che il pubblico si calmi, poi perde le staffe, fa segno di non avere alcuna intenzione di cantare e comincia a recitare arrabbiata la canzone War di Bob Marley. Il pubblico rimane ammutolito mentre lei esce e viene abbracciata da un comprensivo Kris Kristofferson. L’album del 1994 Universal Mother non ottiene particolari consensi, e in realtà anche gli album successivi non arriveranno più a toccare il picco di popolarità dei primi album, anche per via del diradarsi delle apparizioni pubbliche della cantante e alla scarsa promozione dei suoi lavori. Nei tardi anni novanta la cantante è stata ordinata prete da un movimento cattolico indipendente, decidendo di farsi chiamare Madre Bernadette Mary, annunciando nel 2003 di avere intenzione di abbandonare l’industria discografica. Pur continuando a esibirsi, nel 2005 dichiara in una intervista concessa a Interview che la sua missione è di “salvare Dio dalla religione”. Il 27 dicembre 2011, dopo soli 18 giorni di matrimonio, la cantante irlandese ha divorziato dal marito Barry Herridge, con il quale si era sposata a Las Vegas.[12] Il 5 marzo 2012 pubblica l’album How About I Be Me (And You Be You)?. Il successivo 23 aprile annuncia l’annullamento di tutte le date del suo tour a causa di un disturbo bipolare ma poi ci ripensa.[13] L’album è tra i più lucidi e vibranti di O’Connor e nella versione deluxe include una cover di Song To The Siren di Tim Buckley. Il 2 luglio 2013 in concerto in provincia di Milano dedica solo voce la canzone I Am Stretched on Your Grave ad Albino Luciani, papa Giovanni Paolo I. Poco prima del concerto ha ricevuto il direttore del Museo dei Papi di Padova, Ivan Marsura, che le ha portato in dono un ritaglio dell’abito di Papa Luciani. Il 26 agosto 2014 esce l’album I’m Not Bossy, I’m the Boss, ultimo lavoro della cantante irlandese, che riceve buoni plausi dalla critica e che raccoglie, come nello stile dell’artista, ballate dolenti accanto a pezzi classicamente rock.[15] Il mese successivo parte il suo tour mondiale: prima data a Terni il 20 settembre davanti a oltre 5.000 persone[16], a seguire Amsterdam, Bruxelles, Toronto, Chicago e New York. Il 16 marzo 2015 Sinéad O’Connor dichiara sulla sua pagina Facebook che non canterà più Nothing Compares 2 U perché non la sente più sua e non riesce a dare emozioni al brano.[18] Il 29 novembre 2015 sulla sua pagina Facebook dichiara Le ultime due notti mi hanno distrutto. Ho preso un’overdose. Non c’è altro modo per ottenere rispetto. Non sono a casa, sono in un hotel da qualche parte in Irlanda, sotto un altro nome (in originale I have taken an overdose. There is no other way to get respect. I am not at home, I’m at a hotel, somewhere in Ireland, under another name) e subito dopo aggiunge: Finalmente vi siete sbarazzati di me. Le sue dichiarazioni hanno allertato le autorità irlandesi che hanno poi rassicurato i numerosi fan sulle condizioni della cantante. L’8 agosto 2017 pubblica un video di 11 minuti sulla sua pagina Facebook nel quale dichiara le seguenti parole: «Sono da sola, tutti mi trattano male e sono malata. Le malattie mentali sono come le droghe. Vivo in un motel Travelodge in New Jersey e sono da sola. E non c’è niente nella mia vita eccetto il mio psichiatra, la persona più dolce al mondo, che mi tiene in vita. Voglio che tutti sappiano cosa significa, e perché faccio questo video. Le malattie mentali sono come le droghe, sono uno stigma. All’improvviso, tutte le persone che dovrebbero amarti e prendersi cura di te ti trattano male.»

Articoli correlati

Ultimi articoli