Lo straziante addio a tre degli operai investiti e uccisi nella stazione di Brandizzo, nel Torinese. Prima, alle 10.30, nella parrocchia del quartiere Sant’Antonino Isola, a Vercelli, si sono svolti i funerali Giuseppe Saverio Lombardo. Poi, alle 11, in Duomo a Chivasso (Torino), le esequie di Giuseppe Aversa, 49 anni, con il sindaco di Chivasso che ha proclamato il lutto cittadino e la stessa decisione è arrivata dalla Regione Piemonte, per tutto il territorio. Nel pomeriggio, alle 15, nel duomo di Vercelli quelli di Michael Zanera. “Il mondo del lavoro fa schifo”, recitava un cartello sulla bara di Aversa. Per gli altri operai l’estremo saluto è in programma con le seguenti modalità: venerdì, nel campo a fianco dell’oratorio della Chiesa di San Giovanni Evangelista, le esequie di Giuseppe Sorvillo, mentre sabato alle 9.30, in Duomo a Vercelli quelle al più giovane delle vittime, Kevin Laganà, 22 anni. Una rosa rossa, tra i fiori bianchi, e la scritta “La tua mamma”. E’ l’ultimo saluto di Lidia al figlio Giuseppe Aversa, 49 anni, uno dei cinque lavoratori morti nell’incidente ferroviario di Brandizzo nel Torinese, la notte tra il 30 e il 31 agosto. Chivasso si è fermata per le esequie di Giuseppe, cresciuto in città, alle porte di Torino, ma che da dieci anni viveva a Borgo D’Ale, nel Vercellese. Davanti al duomo di Santa Maria Assunta ci sono dei palloncini azzurri e bianchi e le corone di fiori delle Ferrovie e della azienda Si.Gi.Fer., dove lavorava Aversa e i quattro suoi colleghi travolti dal treno regionale quella notte. Il feretro è arrivato in corteo, dall’ospedale. Ad attenderlo in Piazza della Repubblica un centinaio di persone, commosse. Tra di loro anche l’assessore regionale Fabrizio Ricca e Gianluca Gavazza vicepresidente del consiglio regionale. “Sarai sempre con noi. Gli amici”, si legge su un nastro. E proprio gli amici e i parenti indossano una maglietta con la foto di Giuseppe e con la frase stampata “Sempre nel cuore”. Sulla manica il simbolo della Juventus, di cui il 49enne era molto tifoso, e sulle spalle la scritta “Beppe”. Quando la bara, su cui è attaccato un manifesto con le foto delle altre vittime della strage, è arrivata sul sagrato c’è stato un lungo applauso. Presenti il sindaci di Chivasso e Borgo D’Ale: Aversa da una decina di anni si era trasferito da Chivasso al Vercellese. Più precisamente, il manifesto recitava: “Prego per questi cinque ragazzi che sono morti sul posto di lavoro in un modo atroce, orribile! Sono vicino ai famigliari delle vittime, chi ha sbagliato deve pagare. Il mondo del lavoro oggi è uno schifo totale. Tutto per ridurre i costi e per il Dio denaro giocano con la vita delle persone. È ora di dire basta, Non deve più succedere”. Firmato “un pensionato ex dipendente Fiat”. “Siamo costernati e affranti di fronte a questa tragedia per cui si impone l’obbligo assoluto di fare chiarezza. E’ impossibile oggi di fronte al Signore rallegrarci ed esultare, è impossibile per la sua mamma, per tutta la sua famiglia e i suoi amici. Continuiamo a salutare amici e persone care che muoiono sul lavoro, morti strazianti e ingiuste. Dobbiamo ammettere che qualcosa non va e che questo è uno stato di cose che deve essere cambiato con risolutezza”. Così, durante l’omelia, il parroco di Chivasso (Torino) don Davide Smiderle, per le esequie di Giuseppe Aversa. All’inizio della celebrazione il parroco ha letto in Duomo un messaggio del vescovo di Ivrea (Torino). “Sono lontano ma desidero porgere le mie condoglianze – dice il vescovo. – Anche domani ricorderò nella messa il vostro congiunto. Le parole non sono sufficienti di fronte al conforto che si vorrebbe portare”.