giovedì, Maggio 23, 2024

Caso Regeni, parlano i genitori: la decisione della Consulta dà dignità a Giulio

I genitori di Giulio Regeni ucciso in Egitto nel gennaio del 2016

“Più volte ci hanno detto fermatevi ma la decisione della Consulta dà dignità a Giulio. Abbiamo visto finalmente la bilancia che si è quasi equilibrata anche se ora ci sarà il processo: siamo ad un punto importante e speriamo si possa celebrare il procedimento ed arrivare ad una giusta sentenza”. Lo affermano, nel corso di una conferenza stampa nella sede nazionale dell’ordine dei giornalisti, Paola e Claudio genitori di Giulio Regeni. Presente Elly Schlein, segretaria del Pd che ha detto: “Abbiamo sempre chiesto a questo Governo e continueremo a ribadire che deve fare ogni sforzo per ottenere gli indirizzi e la comparizione di questi quattro imputati. Non è possibile che l’Egitto continui a coprirli”. I genitori del ricercatore ucciso al Cairo nel 2016 hanno aggiunto che oggi vogliono “esprimere la soddisfazione per questo passo importante con la decisione della Consulta. Vogliamo ringraziare il procuratore capo Francesco Lo Voi e il procuratore aggiunto Colaiocco che sono arrivati a questo importante risultato. Chiediamo a tutti coerenza, anche al mondo dell’università e della cultura anche in vista dell’incontro previsto per l’11 ottobre tra la premier Meloni e Al Sisi”. “Siamo qui come dal primo giorno – ha aggiunto Schlein – siamo a dare supporto alla famiglia di Regeni e continuiamo a chiedere verità e giustizia. La sentenza della Corte costituzionale è stato un passaggio importantissimo. Abbiamo sempre detto che il processo si deve fare e finalmente si farà e noi continueremo a stare accanto a loro. È importante per Giulio ma anche per tutti coloro che in Egitto subiscono torture e sparizioni forzate”. La decisione della Consulta che ha sbloccato il processo.
A settembre la Corte costituzionale aveva dichiarato illegittimo l’art.420-bis, comma 3, del codice di procedura penale, nella parte in cui non prevede che il giudice procede in assenza per i delitti commessi mediante gli atti di tortura quando, a causa della mancata assistenza dello Stato di appartenenza dell’imputato, è impossibile avere la prova che quest’ultimo, pur consapevole del procedimento, sia stato messo a conoscenza della pendenza del processo. Sbloccando di fatto il processo per l’omicidio di Giulio Regeni, in cui sono imputati Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abedal Sharif, tutti appartenenti ai servizi segreti egiziani. L’avvocato dei genitori di Regeni: l’Egitto consegni all’Italia i quattro imputati
“Va tenuta alta l’attenzione. Siamo alla vigilia di un altro incontro tra i nostri rappresentanti istituzionali e Al Sisi: o ci consegnano i quattro 007 o c’è poco da dire. Su Giulio è stato fatto tutto il male del mondo”. Lo ha detto l’avvocatessa Alessandra Ballerini, legale di Paola e Claudio, genitori di Giulio Regeni nel corso di una conferenza stampa. L’avvocatessa ha letto un messaggio dei consulenti in Egitto: “‘Giulio è stato ucciso come un egiziano. È necessario portare avanti la battaglia per la verità e la giustizia’. Ora dobbiamo attendere le motivazioni della Consulta, speriamo che vengano depositate entro le prossime settimane e che entro quest’anno ci sia la nuova udienza preliminare per disporre il rinvio a giudizio davanti alla Corte di Assise. Questa è una battaglia corale che riguarda tutti, se i fondamentali sono solidi tutti noi siamo più sicuri”, ha aggiunto nel corso della conferenza a cui hanno preso parte il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani e Beppe Giulietti di Articolo 21.

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