domenica, Aprile 28, 2024

Ospedale di Tor Vergata: un batterio killer uccide nove pazienti

Diciassette pazienti infettati su 47. E nove morti. Solo perché chi doveva tenere sotto controllo il reparto di terapia intensiva del policlinico di Tor Vergata, dal primo giugno al 30 agosto 2017, non aveva preso le corrette misure per evitare la diffusione di un’epidemia di Klebisiella. E’ per questo che 3 camici bianchi ora rischiano di finire a processo: il direttore sanitario dell’epoca, l’allora responsabile dell’unità operativa semplice dipartimentale di terapia intensiva e il coordinatore infermieristico del reparto di quel periodo. L’accusa per tutti è quella di epidemia colposa per non aver adottato le corrette misure per evitare la diffusione del batterio resistente agli antibiotici. A ricostruire la vicenda è il Messaggero che riporta stralci della richiesta di rinvio a giudizio formulata dall’aggiunto Giovanni Conzo e dal pm Carlo Villani. Nelle carte si legge che «una volta avuto notizia della positività per Klebsiella pneumoniae in almeno un paziente del reparto» non sarebbero state applicate «le best practice sulla gestione del paziente, tra cui quella essenziale di porlo in isolamento da contatto». Il direttore sanitario, in particolare, non avrebbe previsto tamponi obbligatori e l’isolamento dei pazienti che avevano contratto il virus. Oltre a questo non sarebbe stato predisposto un piano condiviso per indicare le procedure da seguire a tutti collaboratori. A far partire l’inchiesta era stata la denuncia di due pazienti morti. Il primo, ricoverato il 26 giugno 2017 per una polmonite, era morto il 21 luglio successivo. Alla famiglia era stato comunicato che l’uomo aveva avuto un’infezione batterica che aveva danneggiato i reni. La seconda denuncia è quella dei familiari di un paziente ricoverato per un trauma cranico da caduta da albero. Anche lui era rimasto infetto durante il periodo in terapia intensiva e poi era morto. La procura inizialmente aveva chiesto l’archiviazione il caso. Ma le nuove indagini disposte dal gip avrebbero fatto emergere “elementi necessari e sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio”. Per questo i tre medici di Tor Vergata rischiano di finire a processo.

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