Si aggrava il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza, dopo l’esplosione di ieri sera all’ospedale Al-Ahli. Sono 3.478 i morti e 12mila i feriti dall’inizio della campagna di raid israeliani del 7 ottobre. Lo riferisce il ministero della Sanità di Gaza. Decine di migliaia di combattenti di Hezbollah sono pronti alla guerra: lo ha detto un alto rappresentante del Partito di Dio alleato dell’Iran, parlando a una folla di seguaci del movimento jihadista sciita radunati nella periferia sud di Beirut. Il portavoce di Hamas, Osama Hamdan, ha incitato i palestinesi che vivono in Cisgiordania e in Israele a “sollevarsi contro il nemico sionista e a scontrarsi con esso in tutte le città, i villaggi e i campi”. Hamdan ha anche chiesto che continuino le proteste scoppiate in tutto il mondo dopo l’esplosione all’ospedale al-Ahli di Gaza City. Il portavoce del gruppo palestinese ha infine chiesto un cessate il fuoco immediato e un corridoio umanitario nella Striscia di Gaza assediata. “Stiamo operando le persone senza anestesia, nei corridoi e nelle stanze. Non esistono più le sale operatorie sterilizzate”. Lo dice Mahmod Abu Sabha, assistente medico anestesista che si trova a Gaza. “Gli ospedali sono pieni di bambini a cui sono stati amputai gli arti. È iniziato il conto alla rovescia, siamo vicini alla paralisi di tutti gli ospedali. Ci servono specialisti e servono degli psicologi”, ha concluso.