lunedì, Aprile 29, 2024

Jessica Foscarin, uccisa da un melanoma a 31 anni. La famiglia chiede risarcimento di 1 milione di euro

Jessica Foscarin è stata uccisa da un melanoma a 31 anni.

E’ morta il 13 luglio 2022 in un letto d’ospedale a Mirano (nel Veneziano). Dieci anni prima si era tolta un neo che il medico aveva considerato sospetto ma l’esame istologico lo aveva definito benigno. Poi nel 2020 scopre un nodulo allo stesso seno e nello stesso punto dell’operazione di anni prima. Gli esami confermano il tumore maligno con metastasi. Secondo la famiglia si sarebbe potuta salvare se la prima diagnosi fosse stata corretta e per questo hanno fatto causa all’azienda sanitaria Serenissima chiedendo il risarcimento danni quantificabile in oltre un milione di euro. L’accusa, scrive Il Gazzettino, è che Foscarin sia morta a causa dell’omessa diagnosi di un melanoma a seguito di un intervento di asportazione di un neo al seno. Per un presunto errore, infatti, quel piccolo neo nel referto istologico venne confuso con un neo benigno, non sottoponendo la ragazza di 19 anni alle specifiche terapie. Dopo la piccola operazione la ragazza aveva ripreso tranquillamente la sua vita. Dai 19 ai 28 anni quel neo era caduto nell’oblio, fino a quando nel 2021 le compare un nodulo al seno e scopre di essere affetta da recidiva di melanoma. Nessuno dei medici riesce a capire quale sia l’origine del tumore fino a quando proprio lei si ricorda di quell’operazione. A quel punto vengono riesaminati i vetrini e si scopre che la diagnosi era sbagliata e che quel neo era maligno. Troppo tardi. La malattia si era già diffusa in tutto il corpo e per Foscarin: Jessica è morta il 13 luglio 2022 a Mirano. A distanza di un anno dalla morte i genitori, il fratello, il nonno e il compagno chiedono il risarcimento dei danni patrimoniali e morali subiti all’azienda sanitaria Serenissima, la Ulss 3, la cui somma ammonta a circa un milione di euro. La prima udienza civile è fissata il primo marzo. I congiunti sostengono che Jessica è morta a causa della omessa diagnosi di un melanoma. Come dimostra una perizia al Tribunale chiesta dai familiari, Foscarin si era sottoposta a ripetuti cicli di chemioterapia, consapevole del poco tempo che le rimaneva. “L’esito dell’accertamento tecnico preventivo del tribunale non certifica responsabilità evidenti degli ospedali coinvolti in merito ad analisi e cure effettuate. Mettendo invece in luce la particolare difficoltà di diagnosi rispetto al caso clinico”, fa sapere l’Ulss 3. I legali della famiglia hanno deciso in questi giorni di citare in giudizio l’Azienda sanitaria. “La somma risarcitoria richiesta dai legali della famiglia, particolarmente ingente, induce l’azienda sanitaria a svolgere con i propri legali e con la compagnia assicurativa ogni ulteriore e opportuna valutazione”.

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