venerdì, Maggio 3, 2024

Commissione Ue, ok a negoziati per l’adesione di Ucraina e Moldavia

La Commissione Europea ha raccomandato al Consiglio Ue di lanciare negoziati di adesione per Ucraina e Moldavia il prossimo dicembre, quando i 27 leader si riuniranno per l’ultimo vertice dell’anno. Ad annunciarlo è stata la presidente Ursula von der Leyen. “L’allargamento è vitale per l’Ue, sia dal punto di vista geopolitico che economico – ha detto -. La Storia chiama ed è venuto il momento di scegliere da che parte stare, con le democrazie o con le autocrazie”. Viva soddisfazione da parte di Kiev. “La nostra lotta e i nostri sacrifici non sono vani, la nostra trasformazione viene riconosciuta, i nostri sogni e le nostre speranze si stanno realizzando”, ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Per la prima volta, infatti, l’esecutivo europeo ha presentato un corposo dossier che assegna le pagelle a ogni Paese aspirante, ovvero Turchia, Georgia, Montenegro, Serbia, Kosovo, Albania, Nord Macedonia e Bosnia-Herzegovina (oltre naturalmente a Ucraina e Moldavia). La Commissione prevede una seconda verifica a marzo 2024 per assicurarsi che siano state completate le ultime riforme prioritarie e solo allora il Consiglio potrà dare il via al quadro di negoziazione vero e proprio. “Se il Consiglio voterà a favore il 15 dicembre il team per l’allargamento partirà alla volta di Kiev e inizieremo subito il lavoro tecnico – ha fatto sapere un funzionario Ue -: siamo fiduciosi che entro marzo l’Ucraina completerà il lavoro sulle riforme, che sono impegnative”. Delle sette priorità indicate, restano da affrontare delle correzioni sul poderoso pacchetto anti-corruzione, sulle norme anti oligarchi (regolare le lobby) e sul quadro di protezione delle minoranze attuando le indicazioni di ottobre della Commissione di Venezia. Lo stesso funzionario ha però assicurato che non ci si “fisserà sull’uso della lingua russa”. Per l’ok servirà l’unanimità dei leader. Le novità a ogni modo non terminano qui. L’esecutivo Ue raccomanda l’apertura dei negoziati pure con la Bosnia-Herzegovina e il riconoscimento dello status di candidato alla Georgia. In questo caso però con delle riserve, per entrambe. Perché Sarajevo e Tbilisi non mostrano un trend positivo nel loro percorso verso il club e dunque il verdetto odierno vale più come un incoraggiamento che un giudizio positivo. Chi invece si allontana è la Turchia. 

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