domenica, Maggio 26, 2024

Identità digitale, il 61% degli italiani ha lo Spid, ma le attivazioni frenano

Sempre più italiani dispongono di un identità digitale. 

Infatti, il 61% della popolazione, pari a 36,4 milioni di cittadini, ha attivato lo Spid, il sistema di identità virtuale che consente di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione. Quest’anno la crescita delle attivazioni sta però rallentando rendendo “ancora lontano” l’obiettivo del Pnrr di raggiungere 42,3 milioni di identità digitali entro giugno 2026. A rivelare questi dati è una ricerca dell’osservatorio Digital Identity della School of Management del Politecnico di Milano. Attualmente, emerge dall’analisi dei ricercatori, 36,4 milioni di cittadini maggiorenni e 13 mila minorenni dispongono di Spid, con accessi totali pari a oltre un miliardo nel 2022. La crescita delle attivazioni dell’identità digitale per avere accesso ai servizi in rete della PA sta però frenando: +9% da gennaio a novembre 2023 contro il +23% registrato lo scorso anno. Secondo la ricerca, Inoltre, sono in possesso di carta d’identità elettronica 39,3 milioni di italiani, e i rilasci di questo documento sono aumentati del 23% in un anno. Tuttavia, la versione digitale del documento, abilitata dall’app CieID, risulta ancora fortemente sottoutilizzata, con solo 4 milioni di utenti che la usano per accedere ai servizi online. Si tratta, rileva l’Osservatorio, di un rallentamento che si osserva anche in altri Paesi. Se in Svezia e Norvegia i sistemi di identità digitale, già molto diffusi negli anni scorsi, raggiungono già circa l’80% della popolazione, nei Paesi simili all’Italia la spinta della pandemia sembra essersi fermata: il sistema francese FranceConnect in un anno è salito dal 60% al 61%, quello belga Itsme dal 56% al 58%, mentre il Chave Movel Digital portoghese raggiunge il 54% della popolazione e lo SwissId elvetico solo il 39%. “Il 2023, per l’identità digitale si può riassumere in due parole chiave: evoluzione e sperimentazione. Continua il processo di consolidamento dei sistemi lanciati negli scorsi anni nei vari Paesi europei e aumentano le possibilità di utilizzo nel mondo digitale e fisico”, spiega Giorgia Dragoni, direttrice dell’Osservatorio digital identity. 

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