domenica, Aprile 28, 2024

Verona-Lazio 1-1, Henry risponde alla magia di tacco di Zaccagni

Nella 15a giornata di Serie A, la Lazio pareggia 1-1 contro il Verona e manca l’aggancio al treno Europa. I biancolesti sbloccano il match al 23′ con uno splendido colpo di tacco dell’ex Zaccagni ma quando sembrano in completa gestione subiscono al 70′ il pareggio di Henry, decisivo come a Udine. Il Var annulla al 74′ il gol di un altro ex, Casale. L’Hellas rimane in 10 per l’espulsione di Duda (doppia ammonizione), ma resiste all’assalto dei capitolini. Per gli scaligeri, che non vincono dalla seconda giornata, sono 13 gare senza vittorie.

LA PARTITA
La Lazio subisce l’ennesima rimonta in campionato e vede sfumare l’aggancio alla zona Europa. I biancocelesti non riescono dare continuità alla vittoria con il Cagliari ed escono dal Bentegodi con diversi rimpianti. Il gol di Henry, infatti, è arrivato in un momento in cui Luis Alberto e compagni stavano controllando la gara e sembrava che l’Hellas fosse ormai sfiduciato. Invece alla fine hanno pagato a caro prezzo quel paio di chance per raddoppiare e nemmeno nell’ultimo quarto d’ora in superiorità numerica hanno trovato il gol vittoria, sbattendo su Montipò e pagando a caro prezzo l’imprecisione nelle conclusioni. Il punto fa così ben più comodo ai veneti, giunti al terzo pari di fila, ma è chiaro che in casa Hellas devono svoltare e ritrovare una vittoria ormai perduta nel tempo. Baroni conferma 10/11esimi della squadra che ha iniziato il match di Udine: unica novità Serdar al posto di Lazovic. Djuric è la punta di riferimento in attacco. Tre cambi per Sarri rispetto alla squadra che ha battuto il Cagliari: al centro della difesa torna Casale, mentre in attacco Immobile ha ai suoi fianchi Felipe Anderson e Zaccagni. Torna in squadra Vecino, dopo l’esclusione per motivi disciplinari in Coppa Italia contro il Genoa. Al Bentegodi i ritmi sono subito sostenuti, con l’Hellas che pressa in avanti ma non è preciso nei passaggi per innescare le punte. La Lazio tiene botta, si lotta tanto in mezzo al campo ma le occasioni latitano. Al 23′, però, i capitolini sbloccano il match: Lazzari e Felipe Anderson scambiano sulla destra, cross in area del brasiliano e Zaccagni con un colpo di tacco fa secco Montipò. Il grande ex non esulta per rispetto dei suoi vecchi tifosi, ma il gol è davvero bellissimo e vale da solo il prezzo del biglietto. Il Verona prova subito a reagire, ma manca di precisione nell’ultimo passaggio e Provedel non corre pericoli. Poco prima della mezzora, Sarri è costretto a un primo cambio: fuori Marusic, colpito a un occhio dopo un contatto con Ngonge di qualche minuto prima, e dentro Hysaj. Tanti duelli e scontri fisici, ma il match non decolla dal punto di vista spettacolare: l’ultimo sussulto, se così si può dire, è un colpo di testa di Gila a lato di poco nel recupero del primo tempo. Baroni lascia negli spogliatoi Serdar e inserisce Lazovic, aumentando il peso offensivo della squadra. La Lazio, però, appare in pieno controllo e commette il peccato mortale di non approfittare di una doppia indecisione di Tchatchoua: al 55′ il belga si fa rubare palla da Zaccagni che innesca Luis Alberto, cross in area per Immobile ma Coppola in scivolata sbroglia una situazione complicata; al 66′ l’ex Charleroi perde un altro pallone, ma Felipe Anderson schiaccia troppo il tiro e conclude a lato. Poi Immobile conclude debolmente nel suo unico tiro verso Montipò. Al 70′, come un fulmine a ciel sereno, arriva il pareggio del Verona: tiro-cross di Ngonge che per poco non sorprende Provedel, il pallone arriva a Suslov che pesca nell’area piccola Henry che di petto pareggia. Il francese è ancora una volta decisivo dopo Udine. La Lazio prova subito a scuotersi, ma Montipò è attento sul tiro di Castellanos entrato per lo spento Immobile. Al 74′ un altro ex, Casale, pare condannare l’Hellas all’ennesima sconfitta, quando di testa fa secco Montipò. Il Var, però richiama Ayroldi che annulla per una spinta del difensore su Duda. Lo stesso Duda si guadagna la palma di peggiore in campo qualche minuto dopo quando si fa cacciare per doppia ammonizione (fallo su Castellanos) e lascia in 10 i suoi compagni. Le ultime occasioni sono per Luis Alberto e Vecino, ma il muro scaligero regge fino alla fine.

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