martedì, Maggio 21, 2024

Roma, danneggiata alla Sapienza la panchina rossa contro la “Violenza sulle donne”

Danneggiata la panchina rossa contro la violenza sulle donne inaugurata all’Università La Sapienza di Roma e donata dall’As Roma. Dopo un’ora circa dal taglio del nastro, un gruppo di circa 50 persone appartenenti al collettivo Zaum Sapienza (Zone Autonome Università e Metropoli) ha protestato contro l’evento “Amami e basta”, organizzato all’ateneo. Alcuni manifestanti hanno smontato e danneggiato la panchina allestita in piazzale della Minerva. Gli agenti della Digos hanno identificato i responsabili, grazie alle telecamere di videosorveglianza, che saranno denunciati. Gli antagonisti aderenti al collettivo Zaum hanno rivendicato il gesto sui loro canali social. Non è durata molto, dunque, la panchina rossa, simbolo della violenza contro le donne, inaugurataall’interno dell’Università La Sapienza di Roma. Gli autori del danneggiamento non sono stati bloccati dai poliziotti giunti sul posto, ma una volta identificati – attraverso i video della Scientifica – verranno denunciati. Gli antagonisti aderenti al collettivo Zaum hanno rivendicato il gesto sui canali social del gruppo. Nell’area dove era appena stata installata la panchina si trovavano una cinquantina di persone, ma il danneggiamento è stato opera di alcune di loro. “Pretendiamo ascolto e transfemminismo, non panchine rosse”. “Non vogliamo panchine rosse, noi ci vogliamo vive”. Così sul profilo Instagram Zaum Sapienza, viene rivendicata la distruzione della panchina rossa contro la violenza sulle donne che era stata installata solo un paio d’ore prima sul vialone principale dell’Università La Sapienza di Roma. A scoprire la panchina erano stati il sindaco Roberto Gualtieri con la rettrice Antonella Polimeni e la As Roma. Durante l’inaugurazione c’era stata una breve contestazione: “A noi delle panchine non frega nulla, vogliamo Centri antiviolenza e consultori”, avevano gridato alcune attiviste. Dopo l’inaugurazione, sempre a quanto pubblicato sul social, si è tenuto un sit in sul luogo della panchina. E’ stato inoltre esposto uno striscione con scritto “La casa delle donne non si tocca, solidarietà a Lucha Y Siesta” e cartelli come “Le streghe non sono andate via”.  “Condanno fermamente il gesto di protesta che ha portato alla rimozione e alla sparizione della panchina rossa che abbiamo inaugurato all’interno dell’Università La Sapienza, insieme alla rettrice Antonella Polimeni, al sindaco Roberto Gualtieri e al ceo dell’As Roma Lina Souloukou”. Così in una nota la presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli. “Con la panchina rossa abbiamo voluto non solo lanciare un messaggio importante – aggiunge – ma anche ricordare che ognuno è impegnato con azioni concrete nella lotta alla violenza sulle donne. Dalle istituzioni, al mondo accademico e allo sport, facendo rete verso la stessa direzione”. “Dispiace per l’accaduto, – conclude, – perché il nostro intento è soprattutto quello di realizzare un vero cambiamento culturale a partire dai giovani, parte attiva di questo percorso. Andremo avanti nel rispetto di chi crede in questa battaglia, alle tante vittime e donne che ancora non sono libere”. La panchina rossa era stata donata dall’As Roma ed era stata inaugurata dal sindaco Roberto Gualtieri e dai calciatori giallorossi Benedetta Glionna e Leonardo Spinazzola nell’ambito dell’iniziativa “Amami e basta”. Nell’Aula Magna dell’ateneo, presumibilmente mentre la panchina veniva distrutta, si stava tenendo il convegno “Amami e basta – Sapienza e As Roma contro la violenza sulle donne”, organizzata con Roma Capitale.

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