domenica, Maggio 5, 2024

Consulta, Augusto Barbera è il nuovo presidente

Augusto Barbera è il nuovo presidente della Consulta, incarico che ricoprirà per un anno.È stato eletto all’unanimità, con una sola scheda bianca, probabilmente la sua. Da novembre era il presidente facente funzioni della Corte Costituzionale. Nato ad Aidone (Enna), 85 anni, Barbera è professore emerito di Diritto costituzionale all’Università di Bologna. Il neo presidente rimarrà in carica fino al 21 dicembre 2024, quando scadrà il mandato di nove anni di giudice costituzionale. Come primo atto da presidente, il professor Barbera ha nominato vicepresidenti i giudici Franco Modugno, Giulio Prosperetti e Giovanni Amoroso. Parlando ai giornalisti dopo la sua elezione, Barbera ha affermanto che la richiesta del voto di fiducia “è espressione di una debolezza della maggioranza. I maxi emendamenti sono obbrobriosi perché raccolgono istanze, interessi e progettini che i parlamentari non riescono nemmeno a conoscere e su cui si chiede la fiducia. Tutto questo crea problemi e la Corte costituzionale non può che essere preoccupata da questa alterazione. Stiamo attenti a non trasformare espressioni di debolezza dei governi in espressioni di prevaricazioni. Non ho condannato i maxi emendamenti, ma in assenza di altre regole diventa ahimè inevitabile che vi si debba ricorrere. Con l’auspicio che sia dia più spazio agli emendamenti dei parlamentari”. “Vari commentatori scrivono che ci sarà assalto all’indipendenza della Corte da parte della maggioranza”, ha proseguito il neo presidente della Consulta. “È un allarmismo di un costituzionalismo ansiogeno che non è in linea con le regole vigenti. Oggi non è possibile nessuna occupazione della Corte costituzionale. Se questa maggioranza vuole eleggere il giudice deve mettersi d’accordo con altre forze politiche o presentare un candidato che abbia un successo personale tale da spingere tutte le forze politiche votarlo. La Corte non può occuparla nessuno”. Giurista di fama, autore prolifico di volumi e saggi sul diritto costituzionale e politico: approdato alla Corte nel 2015, eletto dal Parlamento su indicazione del Pd, Augusto Barbera ne è stato vicepresidente e sino a oggi presidente reggente, da quando a novembre è scaduto il mandato di 9 anni di Silvana Sciarra, a cui ora succede a pieno titolo. Nato ad Aidone, in provincia di Enna, classe 1938, sposato, con due figli, è stato professore ordinario all’Università di Bologna fino al 2010. Laureatosi nel novembre del 1960, si è formato nell’Università di Catania dove, nel 1968, ha conseguito la libera docenza in diritto costituzionale. Nell’ambito dell’attività accademica, è stato professore ordinario di Diritto costituzionale nelle Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna (dal 1994 al 2010) e dell’Università di Ferrara (dal 1970 al 1977). Ha insegnato Istituzioni di Diritto pubblico nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna (1977-1994) e Diritto costituzionale italiano e comparato nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Catania (1969-1970). Ha pubblicato 22 volumi e circa 400 tra saggi, note a sentenza, relazioni o interventi a convegni. È stato Direttore, dal 1999 al 2015, di “Quaderni costituzionali. Rivista italiana di diritto costituzionale”. È componente del comitato di direzione e del comitato scientifico di diverse riviste, fra cui “Rassegna parlamentare”, “Studi parlamentari e di politica costituzionale”, “Le istituzioni del federalismo”, “Nuova informazione bibliografica”, “Autonomie locali e servizi sociali”. Inoltre dirige, insieme al professore Andrea Morrone, gli “Annali di diritto costituzionale”. Altra sua grande passione la politica. Dal 1980 al 1982 consigliere regionale in Emilia Romagna, poi è stato deputato eletto nelle liste del PCI e del Pds, per cinque legislature, fra il 1976 e il 1994. Nell’aprile 1993 venne nominato ministro per i Rapporti con il Parlamento nel governo di Carlo Azeglio Ciampi. Si dimise, però, a 24 ore dal giuramento insieme agli altri tre ministri della sinistra di quell’esecutivo, in aperta polemica per la mancata concessione, da parte del Parlamento, dell’autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi. È stato anche fra i promotori dei referendum elettorali del 1991, del 1993 e del 1999.

Articoli correlati

Ultimi articoli