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Campo di Mare mon amour

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di Angelo Alfani

Nei primi del sessanta tutti i territori che dalla ferrovia tirrenica giungono al mare e dalla striminzita oasi di Torre Flavia si bagnano nella calda foce dello Zambra, esclusa la vecchia Villa circondata da un muro di ciottoli, vennero venduti dalla famiglia Ruspoli alla Società Rumianca, proprietà dell’Ingegner Gualino. Centosettanta ettari di campagna, calpestata solamente da quadrupedi, che degradava nell’intenso blu tra dune cosparse di struggenti gigli ed il nero petrolio della sabbia. Terra di allodole e quaglie ,cacciatori e rari bagnanti. Questo il paesaggio che, come scrive Calvino, “non posso perdere, perché solo ciò che esiste interamente nella memoria, è definitivo”. Gli atti notarili, nella loro stringatezza ,esplicitano al meglio l’importante passaggio di consegne dopo secoli di immutata proprietà nobiliare e di verginità. È presso il notaio Aurelio Tarquini notaro in Roma, via Appia Nuova 213, il giorno 24/02/1964, che venne ufficializzato l’atto di obbligo relativo all’acquisto del Campo del Mare. Ne riporto parte del testo: “Le sottoscritte: Campo di mare bonifiche e conduzioni società per azioni con sede in Roma, Via Po n. 36, nella persona del comm. Pietro Gelosi, nato a Novara il 22 settembre 1909 e domiciliato in Roma, via del Giuba n.19,Presidente del Consiglio di amministrazione, in virtù dei poteri a lui conferiti dallo Statuto sociale; Agraria Laziale società per azioni, con sede in Roma ove sopra, nella persona del suo Amministratore Unico comm. Pietro Gelosi, nato e domiciliato come sopra, in virtù dei poteri a lui conferiti dallo Statuto sociale; Bonifiche di Cerveteri società per azioni , con sede in Roma ove sopra, nella persona del suo Amministratore unico comm. Pietro Gelosi, nato e domiciliato come sopra, in virtù dei poteri a lui conferiti dallo Statuto sociale. Premesso che le sottoscritte sono proprietarie delle aree site in Comune di Cerveteri , località Campo di Mare, e comprese tra la ferrovia Roma-Pisa, il fosso Zambra, l’arenile demaniale, la proprietà Ente Maremma, la strada vicinale di Fontana Morella e la residua proprietà della “ Bonifiche Giovanni Ruspoli società per azioni” costituita da tre appezzamenti distinte nel catasto rustico di Cerveteri come segue: una serie di particelle inserite nei Fogli 53,61,55,62,….” Così ricordava Lillio Ruspoli il momento della vendita ed i suoi diversi e successivi passaggi:”… il gruppo Ruspoli-Matarazzo vende 170 ettari di terreno agricolo, in località Campo di Mare, al dottor Gualino. Si tratta del presidente della società chimica Rumianca che avrebbe voluto realizzare un villaggio turistico. Negli anni successivi la Rumianca passa al gruppo Sir Rovelli, che diventa così proprietario dei 170 ettari di Campo di Mare. Sotto la gestione Rovelli ha inizio la lottizzazione abusiva: una colata di cemento per un volume di circa quindici volte superiore al consentito. Nel 1972 il sindaco di Cerveteri revoca 82 licenze edilizie alla società Ostilia,” Gualino fu un finanziere e industriale attivo sui mercati internazionali, uno dei maggiori dei suoi tempi. Ancora giovane si recò nella appena nata Russia bolscevica per commerciare legname. Collezionista ed importante committente di architettura moderna ,mecenate attivo in campo teatrale e musicale e produttore cinematografico: sua la più importante collezione di pittura Surrealista donata al comune di Torino, sua la casa di produzione Lux. E’ da darsi per certo che se Gualino non fosse scomparso di li a poco, morì infatti nell’estate del 1964, avremmo avuto uno degli insediamenti più sofisticati e rispettosi dell’ambiente della costa tirrenica. Come ebbe a dire Gualino stesso a Checchino Alfani:”La nostra idea è quella di realizzare una Forte dei Marmi ai confini della Capitale “ La sfiga non appartiene solo ai singoli, alcune volte colpisce anche intere comunità: noi cervetrani allora ce la siamo proprio presa tutta, la sfiga. Le vicissitudini della Rumianca lasciarono campo libero ai nuovi proprietari :la nota SIR della famiglia Rovelli: che si stenda un velo pietoso di color viola intenso sopra. Con l’avvento dell’Ostilia si passa dalla storia Moderna a quella Contemporanea .Lottizzazioni non belle ,insediamenti mostruosi di un verdino diarroico , una sfilza di serrande di probabili negozi consumate dalla salsedine, centri commerciali simili alle ricostruzioni dei film di Leone. Entrare in quel rettangolo abusivo incuteva angoscia come la location del film di Garrone sul canaro. L’anno settantadue , l’anno che a molti ricorda l’uscita nelle sale dell”Etrusco uccide ancora “,a pochi il brutale assassinio del giovane anarchico Franco Serantini, per Campo di Mare fu l’inizio di decenni segnati da ipotesi di accordi, di carte bollate, di tavoli comunali, regionali, di segreterie di partito locali e romane ,cosparse di progetti ogni volta diversi, ogni volta ritirati e poi rimessi sul tavolo come fiches sul tavolo verde. Prese di posizione della Corte dei Conti, interrogazioni parlamentari ( la più attenta e pungente quella di Ermete Realacci),che ad libitum invitavano alla acquisizione o abbattimento. Un pastrocchio, una situazione simile a quella degli impavidi camminatori i cui stivali affondano sempre più nel fango giallastro dei monterozzi cervetrani ogni volta che provano a muoversi. Vero è che quando si trascinano le cose per decenni senza riuscire a trovare soluzioni che abbiano come barra l’interesse collettivo , della maggioranza dei Cittadini, tutto diventa opinabile, tutto è falso tutto è vero. Niente è falso niente è vero. Il 15 Dicembre 2023, dal vecchio granaio si è dichiarato :” Giornata storica”.

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