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domenica, Giugno 16, 2024

X ha licenziato più di 1.200 dipendenti responsabili della moderazione dei contenuti

L’imprenditore sudafricano naturalizzato statunitense Elon Musk proprietario di Tesla e Space X

Secondo i nuovi dati diffusi giovedì dall’autorità australiana per la sicurezza elettronica, la società di Elon Musk avrebbe licenziato più di 1.200 dipendenti in tutto il mondo dai team responsabili della lotta ai contenuti offensivi online. Lo riporta l’Agence France-Presse. Questi “profondi tagli” e il ripristino di migliaia di account vietati avrebbero creato “la peggiore delle situazioni” possibili riguardo alla diffusione di contenuti dannosi. Negli ultimi mesi, questa autorità di regolamentazione si è concentrata in particolare su X, affermando in precedenza che la sua acquisizione da parte di Musk coincideva con un picco di “tossicità e odio” sul social network precedentemente noto come Twitter. Utilizzando l’Online Safety Act australiano, la eSafety Commission ha ottenuto l’elenco dettagliato degli ingegneri del software, dei moderatori di contenuti e di altro personale di sicurezza che lavoravano presso X. Il commissario australiano per la sicurezza elettronica Julie Inman Grant ha dichiarato all’AFP: “Rimuovere l’80% di questi ingegneri specializzati è come se Volvo, rinomata per i suoi standard di sicurezza, si separasse da tutti i suoi progettisti o ingegneri”. Secondo lei, questa è “la situazione peggiore. Abbassi notevolmente le tue difese e introduci di nuovo sulla piattaforma dei recidivi”. L’Australia ha guidato lo sforzo globale per regolamentare i social media, costringendo le aziende tecnologiche a spiegare come affrontano questioni come l’incitamento all’odio e gli abusi sessuali sui minori. A ottobre, la eSafety Commission aveva inflitto una multa ad X di 610.500 dollari australiani, ovvero 370mila euro, affermando che la piattaforma non era riuscita a dimostrare chiaramente che stava combattendo la proliferazione di contenuti di violenza sessuale contro minori. Ma X ha ignorato il termine per pagare la multa, prima di avviare un’azione legale per farla annullare. La società non ha risposto alla richiesta di commento dell’AFP, inviando invece una risposta automatica dicendo “occupato al momento, riprova più tardi”.

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