domenica, Aprile 28, 2024

Luisa Guarracino: “La poesia? Vivo la Vita emozionandomi…”

Intervista alla poliedrica artista barese: “Le mie poesie sono un invito ad apprezzare la Vita, la più grande opera di arte del Mondo”.  Dal prossimo lunedì inizieremo una speciale rubrica con la pubblicazione settimanale di un suo componimento.

di Alessandro Ceccarelli

Luisa Guarracino è un’artista nel vero senso della parola. E’ profonda, sensibile, empatica, colta e soprattutto è una donna appassionata. Le sue poesie ci raccontano l’infinito e variegato universo dei sentimenti, forse l’unica forza in grado di trascendere il tempo e lo spazio. I suoi versi commuovono, le sue liriche ci spingono a riflettere sul senso della vita. Nata a Bari, dopo gli studi pedagogici, per fare un Mondo giusto si iscrive alla facoltà di giurisprudenza a soli 17 anni. Si perfeziona in diritto europeo.Poi di laurea in diritto ed economia della UE. Apre uno Studio legale-economico. Nel 2009 diventa Cassazionista. Si specializza in diritto minorile e diventa Curatrice speciale presso il Tribunale dei minorenni. Apre il primo sportello di conciliazione per i consumatori nel 2005 con Cittadinanza Attiva ONLUS. Presta la sua attività di volontariato anche per il Tribunale per i diritti del malato Per otto anni è vice coordinatrice della assemblea di Cittadinanza attiva Onlus. Ottiene il primo decreto ingiuntivo europeo di tutti i tribunali europei. Nel frattempo diversifica le sue attività con la europrogettazione. Nel 2013 fonda l’associazione culturale ssl “La via del Made in Italy “. Nel 2014, idea ed organizza la prona edizione del Valle d’Itria Film Festival Nello stesso anno realizza il Premio “Semi di Pace”. Nel 2015 partecipa alla Expo a Milano ottenendo il gratuito patrocinio per l’Alta valore scientifico e culturale delle sue opere artistiche. È ideatrice ed organizzatrice di due festival di arti e di numerosi eventi artistici e culturali. Nel frattempo, si dedica alla scrittura di poesie.

I) Quando hai percepito che la poesia sarebbe stata una tua forma di espressione e comunicazione delle emozioni?

Per rispondere alla tua domanda. Vivo la Vita emozionandomi. La Vita mi ha permesso di emozionarmi, sempre, e di avere dei sentimenti umani per comunicare la bellezza e di ricercarla o di volerla come progetto di Vita. Sono cresciuta negli anni del boom demografico ed economico.
Nella mia famiglia si respirava aria di veri Valori. Il primo quello della quantità delle persone. Eravamo sette e mia madre sognava di adottare un bimbo orfano o svantaggiato. Sono cresciuta con due differenti “origini”.
La famiglia di mio padre, campana, con il nonno dottore agronomo, laureato e specializzato con il Re d’Italia e la nonna, studentessa delle Orsoline, figlia di un facoltoso proprietario terriero nel tavoliere delle Puglie con incantevoli distese di grano dorato e due masserie. Quando mio padre si trasferì dalla Campania a Bari, i suoi genitori gli imposero di studiare Legge che abbandonò quando confessò di essere sposato con figli; la circostanza non fu valutata positivamente dai professori. Lo chiamavano il filosofo esistenzialista. Aveva studiato al Liceo classico e divorava libri di ogni tipo.Era contro le raccomandazioni, le ingiustizie ed i privilegi. Amava l’arte e a soli 16 anni vinse un premio per un suo quadro che ritraeva una periferia industriale di Bari. Vedevamo mio padre soltanto la domenica mattina quando ci portava a messa ed a visitare il centro storico dei paesi di Puglia. Preferì un concorso nelle Ferrovie dello Stato e viaggiammo tutta l’Italia. Era un padre difficile convinto che le donne non dovessero studiare. Mia madre, invece, era di origini più umili e ciò fu motivo di contrasto tra i miei genitori tra i quali cercavo di fare da paciere. Mia madre ottenne la terza media per conseguire la patente di guida, insieme a sua madre. È stata lei che ci ha spinto a coltivare le nostre qualità, competenze e ci spronava con il suo fare ad attivarci a nostra volta. Fu lei che aprì una libreria scientifica per aiutare il reddito familiare e divenne agente di diverse case editrici. Aprì anche una agenzia di viaggi e ci portava con lei appena adolescenti a lavorare presso lo stand della fiera del Levante, ubicato innanzi alla fabbrica barese di dolciumi denominata Aida; vendevamo enciclopedie. Della grande Fiera del Mezzogiorno d’Italia conservo anche le visite alla Galleria delle Nazioni in compagnia di mio zio paterno, assessore regionale al turismo e cultura e conoscitore di ben cinque lingue straniere. La libreria fu chiusa a causa dell’avvento delle fotocopie nel 2001 e mia madre cerco sempre nuove iniziative. Fu ideatrice di manifestazioni teatrali, incontri culturali anche a favore dei bambini malati. Conservo una fotografia di mia madre con Rita Levi Montalcini, in visita ai piccoli malati con doni. Adorava i bambini e crebbe noi ed i suoi fratelli mentre la madre lavorava come infermiera. Ricordo delle tante attività sportive che mia madre favori. Ci permise di socializzare, formarci in modo sano senza agonismo ma incentivando le nostre doti sportive innate. Ricordo con emozione il momento dei saggi ginnici con il suono dell’inno nazionale. L’unico momento di confronto tra noi fu la scelta della scuola superiore. Io avrei preferito fare l’artistico ma mia madre scelse per me e mia sorella la scuola magistrale. Apprezzai in seguito la grande completezza del corso di studi, favorito anche da docenti preparatissimi, motivati che riuscivano a coinvolgerci sempre nella loro didattica che oggi sarebbe definita “frontale”. La maestra della scuola elementare ed i docenti del liceo ci permisero di sviluppare le nostre conoscenze, creatività e potenzialità. A 17 anni, poiché ogni mattina recandomi a scuola, passavo difronte al Tribunale con la bella statua della Giustizia, dopo aver seguito il telegiornal, in famiglia, ed appreso della morte di Milena Sutter decisi per gli studi universitari di Legge rinunciando al corso di psicologia che all’epoca era tenuto solo a Roma. L’abitazione dei miei genitori si affacciava sul grande “quartiere del policlinico di Bari” che era un tempo anche un’isola verde. Talvolta, nei pomeriggi più caldi, studiavo sul balcone e mi giungevano grida di dolore strazianti. Cosi come quando andavo a trovare i miei nonni materni che lavoravano entrambi presso il grande ospedale barese; appresi presto la sofferenza degli Altri. Ricordo le preghiere delle mie nonne anche per i raccolti del grano e per le persone piu bisognose. Sono cresciuta con un Know –How umano variegato ma sano, positivo ed in un momento storico di rinascita. Durante l’esercizio della professione forense, dieci anni con il mio dominus, di seguito con il mio Studio con un team di sole donne, continuai a fare tanto volontariato vero per le vittime di malasanità, i consumatori, i clienti più bisognosi. Nel frattempo ho sempre coltivato le mie curiosità giuridiche con tantissimo studio; non tralasciavo neppure i cd. libri facoltativi Quando si è affacciata la crisi della avvocatura, sopraggiunta per tantissimi motivi, ho avuto la possibilità di diversificare ancora le mie attività con l’euro progettazione. A quel tempo, stava passando il messaggio che la funzione di difesa era quasi inutile e che gli avvocati erano quasi tutti truffatori che non pensavano al risultato, alla problematica del cliente ma esclusivamente a fornire cause. Il tema è molto complesso e delicato e, a mio modesto parere, coincide con la rivoluzione digitale e l’accesso pletorico. Nello stesso periodo, nel 2013, ho avuto la possibilità di costituire finalmente la mia associazione culturale per diffondere l’arte, l’alfabetizzazione culturale, l’integrazione sociale ed il dialogo religioso. Con la creazione del primo film festival, il Valle d’Itria Film Festival ® comprensivo di tutte le arti, ho realizzato il mio sogno di divulgare l’arte e i patrimoni materiali ed immateriali. Ho curato la comunicazione del medesimo che riflette la mia personale identità di persona a favore del dialogo umano, conservazione ed innovazione digitale sana. Con la concessione del Patrocinio Expo per l’Alto Valore scientifico e culturale, per le mie opere artistiche, ho avuto il coronamento di un percorso di Vita coltivato sempre con grande attenzione verso l’Altro.

II) Due drammatiche guerre in corso, povertà ed emarginazione in aumento nelle società occidentali. Cosa può fare in concreto un’artista profonda e sensibile come te?

Noi possiamo e dobbiamo fare molto in questo momento storico la civiltà umana è ad un passo da una riva irreversibile. L’avvento delle ITC e della A.I, non normate eticamente, potrebbero causare rapidamente una involuzione delle civiltà attuali. Noi siamo i Testimoni del trapassato, del passato remoto e prossimo. Dobbiamo agire con responsabilità oggi affinchè sia preservata la Memoria del Passato e del Presente. Noi abbiamo il dovere di usare ogni mezzo lecito anche artistico per trasferire tutto il bello che abbiamo creato, senza distruggere il Futuro, creando il dialogo ed azioni concrete per l’inclusione e contro l’emarginazione. La povertà ormai è un dato di fatto in Italia. Tra poco molti italiani non riusciranno neppure a mantenere le proprie abitazioni; l’unico pezzo di Italia che gli era rimasto. Ed anche i giovani sono in difficoltà poiché non hanno più certezze. Tutto appare immateriale ma non nel senso più nobile del termine. Non hanno un obiettivo, non sanno chi sono e dove vogliono andare. Il loro futuro appare “astratto”. La tua domanda mi permette di dire ancora qualcosa circa la nostra bella Italia. Abbiamo il più basso tasso di natalità della Terra. Senza serie politiche per favorire la maternità e genitorialità, non avremo “futuro”. La nostra è di fatto una popolazione anziana dove circa mezzo milione di persone sono sottoposte ad amministrazione di sostegno. Abbiamo guerre per la sopravvivenza quotidiana anche in Italia. Tu credi che davvero i giovani non vogliono avere figli? Diventare genitori è la più grande emozione. Mettere al Mondo un figlio, come giustamente si dice, è la forma di creazione inimitabile e la vita è la più grande manifestazione di Arte che io intendo come creazione. Se oggi qualche politico parla di sostegno economico per aiutare le donne a portare a termine la gravidanza, insorge il sindacato per dire che si vuole costringere le donne a fare le madri, a partorire e, appunto, a mettere al mondo figli. Il sindacato che rappresenta classi di lavoratori perché, invece, non propone di riconoscere finalmente il lavoro casalingo? La mia non è una provocazione sono profondamente convinta della necessità di riconoscere il grande valore svolto in casa; se fosse retribuito molti posti di lavoro sarebbero “recuperati” ed il lavoro casalingo avrebbe finalmente visibilità e dignità. Questa circostanza è una vera emergenza sociale. Pensa ai femminicidi. Le donne non sono ancora autosufficienti ed il loro lavoro in casa è disconosciuto.

III) Come possiamo noi adulti avvicinare i giovani alla comprensione e all’amore per la poesia?

Dovremmo ricordare a tutti che la Vita è poesia, amore per gli altri, per i bambini, per i giovani, per gli anziani, per i bisognosi. Dovremmo trasferire il messaggio che la poesia è bellezza ma soprattutto dobbiamo insegnare il rispetto, l’educazione e la doverosa attenzione all’uso delle parole in ogni forma di espressione, scritta o verbale. Dopo un percorso lungo di conoscenza delle Norme giuridiche nazionali ed internazionali, ho avuto ed avvertito il bisogno di trovare un’altra modalità per veicolare i miei messaggi di mediazione, conciliazione e riconciliazione. La quarantena pandemica ha mostrato che, di fatto, l’autismo tecnologico stava spingendo gli individui ad isolarsi e a respingere l’altro essere vivente; nel contempo favorendo l’esasperazione dell’edonismo più deleterio. La cd. massa isolata, impoverita e demotivata, arresasi e pronta a vedere nel vicino il nemico. La mia stessa essenza mi ha spinto ad usare la forma di comunicazione poetica per sostenere il processo di riappropriazione delle emozioni positive ovvero dei sentimenti più belli ed umani che permettono le ordinate convivenze tra le Genti del Mondo. Impegnata a leggere i testi giuridici, conosco quasi tutti i poeti ma senza aver approfondimento delle grandiose opere. L’humus che ha fatto germogliare la mia sensibilità poetica è la Legge che è Morale tra queste la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Uomo, un capolavoro assoluto di Umanità, capace di seminare ancora germogli di fratellanza, uguaglianza e libertà. Nella scorsa edizione del mio festival in Valle d’Itria, ringrazio le Autorità e comunità locali sempre accoglienti e disponibili, ho voluto fortemente ed organizzato il Concerto del giovane a talentuoso Maestro Vincenzo Laterza, originario di Altamura che si è tenuto con grandissimo successo presso la Chiesa Madre di Cisternino. Al Maestro ho chiesto di suonare l’Alleluya di Cohen ed Immagin di John Lemmon, due brani che adoro. Mi ha fatto piacere apprendere che poi i medesimi brani sono stati suonati e cantati all’accensione dell’albero di Natale a dicembre a Barie successivamente a San Remo. Ho conosciuto Vincenzo, quasi un fratello minore per me, casualmente con la sua richiesta di amicizia su fb. Ritengo che le I.T.C siano degli strumenti di grande divulgazione e socializzazione. E’ importante scegliere l’uso che si fa delle medesime e che riflette, in generale, i comportamenti delle Persone nelle loro vite reali. Il bene ed il male coesistono da sempre. È una questione di scelte ed io rinnovo ogni giorno il mio operato a favore del Bene collettivo. Amo la musica, tutta, dalla classica a quella moderna e certamente quella di domani perché se potremo ascoltare musica nuova ogni giorno invece che urla e spari di cannone vorra dire che siamo vivi ed umani capaci di creare Bellezza.

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