lunedì, Aprile 29, 2024

Per il Lazio un piano di rilancio in cui Roma faccia da volano

Una ridefinizione degli obiettivi dell’industria territoriale in linea con le sfide del mercato internazionale e interno. La relazione del presidente Unindustria Angelo Camilli, l’ultima del suo mandato, parte dal globale e scende nel locale. Il globale significa guerre, deglobalizzazione, i rischi per il commercio con le tensioni a Suez, il peso delle catene internazionali del valore e il ruolo dell’Unione Europea. Mercato italiano significa tagli strutturali del cuneo fiscale sul costo del lavoro, riforma della giustizia e della Pubblica Amministrazione, energia pulita con l’apertura del nucleare e leggi di sistema in accordo con il Governo. Il locale si distribuisce sui due livelli di azione, regionale e comunale. Gli industriali chiedono di far scendere i contratti di sviluppo regionali da 20 a 1,5 milioni per sostenere le PMI o la riduzione dei tempi di concessione della valutazione di impatto ambientale da 300 a 90 giorni e risultati visibili sulle direttrici Roma Latina e Latina Frosinone. E poi un mercato del lavoro più centrato visto che in un caso su due la domanda non trova offerta adeguata. E poi Roma. Nonostante il forte impatto di turismo e servizi la capitale è la quarta città industriale per creazione di valore aggiunto e oggi può spendere 13 miliardi sul territorio. Per farlo industria con le sue eccellenze locali – aerospazio, digitale, farmaceutico – e istituzioni devono avere un pò dello spirito di Jannik Sinner evocato dal presidente Camilli in coda alla sua relazione. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso ha sottolineato il lavoro sulle filiere industriali del governo inclusa automotive e nel Lazio le opportunità derivanti dalle miniere di litio, uno dei materiali essenziali per l’economia digitale. Il sindaco di Roma Gualtieri e il presidente della Regione Lazio Rocca hanno sottolineato l’impegno nel rilancio e nello sviluppo cercando di lavorare su architetture istituzionali ben definite e riformate e di non sprecare risorse e opportunità esistenti. In chiusura il presidente uscente di Confindustria Bonomi ha spinto per la crescita: unica condizione europea e locale per arrivare alla stabilità sociale ed economica delle comunità.

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