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Fl5, l’odissea dei passeggeri raccontata capitolo per capitolo

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“Quella iniziata il 26 febbraio è stata una settimana infernale per i passeggeri, le circostanze sono così gravi che meritano di essere documentate. Sì perché fra genitori che lavorano a Roma e figli che ci studiano, diverse famiglie hanno subito tutti i guai che saranno descritti di seguito. E’ un articolo impegnativo ma rappresenta un’inchiesta approfondita per fare luce sui fatti dell’intera settimana, descriverne l’impatto sulla comunità e la tendenza al degrado del servizio traendo conclusioni importanti, pertanto varrebbe la pena di leggerlo fino in fondo.

I Fatti

Si inizia con un martedì di passione, una mattinata infernale durante la quale i viaggiatori si sono trovati alle prese con un guasto ai famigerati impianti di circolazione della stazione Ostiense seguito da un’avaria ad un treno all’altezza di Torre in Pietra-Palidoro. Il treno, bloccato sui binari, ha tagliato la linea in due ed ha reso necessario l’invio di un locomotore di soccorso da Roma per il rimorchio, a questo punto parte dei treni è rimasta accodata al triste convoglio mentre un’altra viaggiava a senso unico alternato. Solo per fare un esempio, chi ha preso il treno delle 7.27 per andare a lavorare o a studiare a Roma ha subito 107 minuti di ritardo per arrivare da Ladispoli a Roma San Pietro, ritardo poi rimasto costante fino a Roma Termini, ma i disagi si sono protratti per tutta la mattina. Personalmente, partito alle 7.27 sono arrivato sul posto di lavoro alle 10.30. Ma chi, rocambolescamente, era riuscito ad arrivare al lavoro quel giorno non poteva neppure immaginare ciò che lo attendeva al ritorno, infatti dalle 16 circa un blackout improvviso ha causato la sospensione della circolazione ferroviaria. Si è poi scoperto che si era spezzato il cavo elettrico aereo che trasporta la corrente. Qui veramente occorre guardare i social dei pendolari per comprendere quanto la gestione dell’evento sia stata fallimentare, infatti la tragedia continuava fino ben oltre le 19 senza che le ferrovie fossero mai state in grado di dare informazioni ai passeggeri bloccati sui treni o nelle stazioni. Lasciati allo sbando si tirava ad indovinare: andare a prendere il COTRAL a Cornelia, dividersi i costi di un taxi, andare a Fiumicino, attendere, farsi venire a prendere? Ovviamente nel frattempo i prezzi dei taxi a Trastevere per Ladispoli schizzavano a 120€. Il caos si è sparso ovunque e potete immaginare le condizioni dei treni quando il primo è finalmente partito verso le 19.15, ma alle 21.30 la circolazione non era ancora tornata normale e anzi vi erano dubbi per i treni del giorno dopo. Non era finita! Perché giovedì mattina, nell’ora di massima affluenza, si è verificato un guasto agli scambi nella stazione di Civitavecchia con treni soppressi e ritardi. Oltretutto alla ripartenza più treni sono risultati invertiti rispetto a quanto riportato nei display digitali in stazione e diversi passeggeri hanno preso il treno sbagliato saltando fermate o arrivando a destinazioni diverse (Tiburtina invece di termini o le stazioni in cui il treno da Grosseto non ferma). Ma se sui social, per semplici motivazioni statistiche, qualcuno ipotizzava che l’odissea fosse terminata si sbagliava, infatti già alle 16.12 il treno 4136 da Roma Termini a Pisa viaggiava in condizioni di sovraccarico con una folla di passeggeri compressi in ogni angolo gli uni contro gli altri, perché in questo periodo sono in vigore modifiche alla circolazione che hanno diminuito il numero dei treni. Ma questo era comunque il minore dei problemi per gli sventurati del venerdì perché, dopo quel treno, la circolazione si è nuovamente bloccata per guasti a Roma Ostiense. Naturalmente si continuava a leggere sui social “come al solito a Roma S.Pietro nessuna informazione, siamo scaraventati da un binario all’altro”. Ma anche sabato 2 marzo il 12511 è stato soppresso da Ladispoli a Termini e il disservizio continua mentre scriviamo. A quel punto qualcuno ironicamente commentava “ma che siano su scherzi a parte?” purtroppo non e così!

L’esame dell’accaduto

“Siamo veramente tornati al medioevo ferroviario” dice al TG locale il presidente del Comitato Pendolari Litoranea Roma Nord (FL5). Lo stesso lamenta che non sono state fornite informazioni da parte di Trenitalia “non abbiano più alcuna notizia ufficiale come succedeva un po’ di tempo fa da Trenitalia quando succede qualche cosa”, ma la situazione è peggiore perché in quel medioevo c’era ancora del personale in stazione che in qualche modo supportava i passeggeri in difficoltà. I pendolari si sono dati manforte fra di loro tramite i social però non si trovano informazioni da parte di Trenitalia. Durante l’evento più grave, ossia la rottura della linea elettrica di martedì sera, sono mancate anche le navette. Quando il comitato ha tentato di chiedere spiegazioni Trenitalia ha risposto di avere messo tre autobus a disposizione ma di questi autobus nessuno ha avuto notizie né in stazione né sui canali ufficiali. Siamo quindi stati presi in giro, tre misteriosi autobus a fronte di treni che trasportano migliaia di persone l’uno. La domanda che occorre farsi è se nel 2024 su una linea così frequentata per lavoro e studio è concepibile un trasporto in tali condizioni. La nostra non è una società protoindustriale dove il problema principale si risolveva riparando una macchina, il vero problema, in questo caso, è la necessità di informare migliaia di persone in modo tempestivo ed efficace. Infatti, a fronte della caduta della linea aerea è chiaro che non si risolve il problema in mezz’ora, a quel punto non si può lasciare i passeggeri allo sbando totale. A fronte di interruzioni qualcosa la gente si potrebbe inventare per tornare a casa, ma senza informazioni resta inerme in totale balia degli eventi con scene incredibili a cui si è assistito a Termini e nelle altre stazioni ove la folla si spostava da un binario all’altro come impazzita guardando gli schermi di stazione inutili perché annunciavano dei ritardi non veri. Queste migliaia di persone erano tutte aggrappate al proprio telefonino cercando di arrangiarsi ognuno in modo diverso, una scena da film di un futuro post apocalittico, speriamo che non sia il nostro futuro. La mancata informazione è un problema nel problema ed è tanto più grave perché non dipende da guasti tecnici ma è controllata dall’elemento umano e testimonia l’incuria nella gestione degli eventi se non un vero e proprio disprezzo verso i propri passeggeri e, forse, anche la disaffezione del personale dell’azienda per il proprio lavoro.

Le preoccupazione sull’efficienza generale della linea ferroviaria e dei treni

Tornando ai guasti, la vicenda è particolarmente preoccupante perché questi hanno riguardato tutto, sia i treni che le infrastrutture in almeno tre punti diversi della linea da Civitavecchia a Roma. E non si dica che la questione è dovuta ad eventi meteorologici eccezionali che in questa zona non ci sono stati. E due settimane dopo i disagi continuano con soppressioni e ritardi in orari di punta (solo per esempio il giorno 12 soppresso il Roma Ladispoli delle 17.57 dopo la partenza con i passeggeri che sono stati fatti scendere alla stazione successiva e reimbarcare sul treno seguente delle 18.12 per Pisa che ovviamente oltre ad accumulare un grande ritardo ha viaggiato sovraccarico. Ciò può essere il sintomo di una tendenza al peggioramento ulteriore del servizio.

I danni alla comunità

I danni subiti dai passeggeri e dalle comunità che vivono di questa arteria sono enormi infatti le stazioni di Aurelia, San. Pietro, Ostiense e Termini sono degli hub che smistano ogni mattina un enorme numero di pendolari. I disagi più evidenti riguardano i ritardi, il sovraffollamento, le ore di attesa nelle stazioni, i Treni che si sono fermati fuori dalle stazioni con i passeggeri bloccati dentro per ore senza la possibilità di farsi venire a prendere. A ciò si aggiungono i costi aggiuntivi, le ore perse al lavoro, a scuola ed all’università, le visite mediche mancate, gli aerei persi ed ogni sorta di appuntamento saltato. Questa situazione causa gravi rischi per la sicurezza del viaggio e per la salubrità infatti Il sovraffollamento e le lunghe attese in condizioni di degrado possono mettere a rischio la salute dei passeggeri, soprattutto di quelli più fragili. E i disagi causati ai passeggeri portano ad una disaffezione per il trasporto pubblico, con un aumento dell’uso di mezzi privati e un peggioramento della congestione urbana, l’aumento del traffico automobilistico causato dall’interruzione della linea ferroviaria e l’inquinamento atmosferico. Oltre a queste considerazioni, è importante sottolineare che quando i disagi diventano quotidiani i danni subiti non sono solo di natura materiale, ma anche sociale e psicologica perchè con l’incertezza e l’incapacità di pianificare i propri spostamenti subentrano stress e frustrazione, con serie ripercussioni sul benessere psicologico dei pendolari anche quando sono a casa. L’incertezza costante di non sapere se si potrà tornare a casa dai propri familiari, se si riuscirà, ancorché stanchi dal giusto lavoro, a soddisfare le incombenze della propria vita familiare crea uno stress subdolo e continuo che danneggia gravemente le vite nostre e dei nostri cari. Tutto ciò si protrae per molti anni, magari fino alla sospirata pensione, per questo è importante pensare al futuro della linea e cogliere segnali, come questi che potrebbero essere indice di peggioramenti sostanziali.

Le responsabilità

Qualcuno è certamente responsabile e questo qualcuno durante la settimana trascorsa magari viveva tranquillamente la propria condizione lavorativa e familiare, vita che è stata negata agli altri. Ma se proprio non si è in grado di chiamarlo a risponderne si deve almeno pretendere una spiegazione, senza permettere che gli eventi di questa settimana cadano nell’oblio e senza prestarsi al gioco del palleggio delle responsabilità fra RFI (che gestisce la rete) e Trenitalia (che gestisce i treni). Per il nostro benessere qualcuno deve darci almeno questa soddisfazione, perché il litorale romano vive di FL5.

Quali possibili iniziative

Durante questa settimana un’ondata di indignazione ha travolto i social dei viaggiatori, l’insoddisfazione per i disagi subiti ha trovato sfogo in una raffica di lamentele ed insulti verso le ferrovie. Tuttavia molti si limitano a manifestare la propria insoddisfazione, se non il vero e proprio odio, senza investire un minimo del proprio tempo per tentare di migliorare le cose. Le iniziative possibili sono molteplici, a partire dal semplice reclamo che tutti dovremmo fare sommergendo il sito di Trenitalia. Inoltre è indispensabile pretendere un’informazione ed un’assistenza ai passeggeri puntuale ed efficace anche a livello regionale per supportare i treni regionali e non solo per le Frecce. Questa può avvenire solo tramite canali social diretti o il personale a contatto con i passeggeri, in tal senso potrebbe essere utile la riattivazione dell’account Twitter (“X”) @TIRegionale che chattava direttamente con i passeggeri, risolvendo in tempo reale molti problemi e che è stato recentemente chiuso (era stato creato per lo scorso Giubileo, chissà). Semplificare la possibilità di avanzare reclami migliorando il sito di Trenitalia che è farraginoso in particolare per chi ha un abbonamento. Riaffermare la priorità dei treni che trasportano pendolari negli orari di punta rispetto ai treni merci e alle frecce e contemporaneamente permettere ai pendolari da Civitavecchia verso Roma di prendere gli intercity usufruendo di agevolazioni specifiche. Cercare una maggiore attenzione mediatica per approfondire l’analisi sul numero di passeggeri danneggiati, l’impatto economico, la stima dei costi per i passeggeri e le comunità, i danni ambientali, la percezione dei cittadini e le loro richieste alle autorità. E, perchè no, condividere questo articolo.

Conclusioni

La FL5 è un’arteria vitale, la sua interruzione isola e marginalizza, le comunità limitando l’accesso a servizi essenziali come lavoro, scuola, sanità e commercio. Occorre partire da uno sforzo aggiuntivo da parte delle associazioni che difendono i clienti di Trenitalia, prime fra tutti il Comitato Pendolari FL5 e l’Osservatorio Trasporti. In particolare il Comitato Pendolari dichiara ripetutamente che la propria vocazione è quella di informare i passeggeri e ciò è molto utile in modo particolare durante le situazioni di crisi come quella appena vissuta. Tuttavia dovrebbe porsi obiettivi più ambiziosi ed essere una guida per iniziative forti perché il rischio è che le priorità di Trenitalia vadano verso quelle linee che alzano maggiormente la voce. Tutto ciò deve confluire in un impegno forte della politica nazionale e locale con incontri con la dirigenza di RFI e Trenitalia che inizi con la richiesta di spiegazioni quando accadono crisi particolarmente gravi o disservizi ripetuti. Per esempio i fatti descritti in questo articolo sono così gravi che meriterebbero una interrogazione parlamentare. Per il bene nostro e della nostra città non lasciamo che le sofferenze di questa settimana vadano perse. Non sprechiamo questa opportunità di crescita, questi eventi hanno aperto gli occhi di tutti sulle criticità presenti e future, questo deve essere uno stimolo per affrontarle. Ma ora è assolutamente necessaria una risposta ufficiale di Trenitalia che si riferisca a tutti gli eventi della settimana del 26 febbraio – 1 marzo, che li metta a sistema con i continui disagi e che fornisca rassicurazioni per il futuro.

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