sabato, Maggio 11, 2024

La scalinata della legalità a Tor Bella Monaca

Sedici gradini, sedici nomi, scritti in nero su sfondo tricolore, di altrettante vittime di mafia. Quelli di Giuseppe Fava, Antonino Scopelliti, Gaetano Costa, Libero Grassi, Don Giuseppe Diana, Don Pino Puglisi, Peppino Impastato, Boris GiuliaA.seno, Piersanti Mattarella, Emanuela Loi, Paolo Bongiorno, Rita Atria, Pio La Torre, Giuseppe Di Matteo, Rocco Chinnici, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rosario Livatino, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino scandiscono quella che da oggi è la Scalinata della legalità nel Municipio VI, quello di Tor bella Monaca, che da via Amico Aspertini (più volte teatro di agguati criminali a colpi di pistola) conduce alla sede del Municipio. A sei giorni dalla giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie il minisindaco, Nicola Franco, ha “svelato” la scalinata insieme ai ragazzi di quattro scuole superiori del Municipio VI, all’assessora capitolina alla Sicurezza, Monica Lucarelli, al vicepresidente della Camera dei Deputati, Fabio Rampelli, alla presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo, al questore di Roma, Carmine Belfiore, al ‘prete antimafia’ don Antonio Coluccia, al capogruppo di FI in Senato, Maurizio Gasparri, alla deputata di FI, Rita Dalla Chiesa, figlia dell’ex generale dei carabinieri e prefetto di Palermo, Carlo Alberto, ucciso dalla mafia nel 1982 e al sindaco di Lucca Sicula, Salvatore Dazzo.
“La scala della legalità è l’unico esempio a Roma in questo senso. La mafia non riguarda solo alcune persone o territori lontani da questo- ha detto Franco- Qui la mafia esiste, ci sono 14 clan. Purtroppo avevamo solo 16 gradini ma le vittime innocenti di mafia sono molte di più. Chiunque verrà qui si deve mettere bene in testa questi nomi perché è una missione che dobbiamo portare avanti anche noi”.
Le mafie “hanno colpito tutti coloro che non la pensavano come loro e in ricordo di chi è stato ucciso dalla mafia dobbiamo continuare a lottare contro il pensiero mafioso”, ha aggiunto Franco prima di annunciare il gemellaggio col comune di Lucca Sicula (in provincia di Agrigento) “al quale purtroppo ci legano cose non belle ma vogliamo partire da qui per dare vita a un Erasmus della Legalità’ per dare modo ai nostri ragazzi di andare in Sicilia e a quelli siciliani di venire qui a vedere le tante cose belle che ci sono in questo territorio”. Il comune di Lucca Sicula ospita il primo esempio di Scalinata
della legalità: “L’abbiamo inaugurata l’anno scorso e Nicola Franco ha preso spunto da questo- ha spiegato il sindaco Salvatore Dazzo. Da qui vogliamo che nasca un progetto che riguarda i giovani e portare avanti diverse iniziative sulla legalità per costruire una società migliore”. L’assessora Lucarelli ha ricordato che “le mafie non sono sconfitte, sono ovunque e hanno spesso connivenze con il mondo delle istituzioni e vari settori dell’economia, e quindi non si è mafiosi solo con una pistola in tasca. I nostri ragazzi devono sapere che la mafia non appartiene al passato. Questi gradini
rappresentano migliaia di morti innocenti, tra cui bambini, e con loro altrettante famiglie che ancora oggi soffrono. Questo impegno non può finire”. Continua ogni giorno l’impegno di don Antonio Coluccia il “prete antimafia’ che quotidianamente presta la sua opera di divulgazione e dissuasione contro la criminalità e lo spaccio di droghe anche nel Municipio VI: “Come credenti non possiamo
abbassare la testa, la droga qui e’ causa di degrado e controllo del territorio da parte di associazioni criminali che sono la negazione del bene comune e la rovina della vita dei ragazzi. Il comportamento malavitoso comincia col consenso a queste persone in un contesto di degrado dove spesso lo Stato è mancato e tante persone hanno avuto solo un welfare criminale. Ma sono proprio i clan un ostacolo che impedisce il progresso e la partecipazione in questo territorio”.

Articoli correlati

Ultimi articoli