sabato, Aprile 27, 2024

Ciavolino: tre generazioni di eccellenza nella frutta secca, un orgoglio made in Ardea

Tutto nasce alle falde del Vesuvio, là dove il terreno vulcanico regala i frutti migliori della terra. Compresi boschi di pini che forniscono il miglior pinolo del pianeta. Correva l’anno 1957 quando nonno Daniele Ciavolino iniziò l’attività, poi proseguita dal figlio, Salvatore, e trasferita ad Ardea. Ora siamo alla terza generazione e Daniele (junior) Ciavolino, non solo ha preso in mano le redini dell’azienda di famiglia ma l’ha portata ad un livello di eccellenza internazionale, vanto (ancora in parte sconosciuto) di un territorio come quello di Ardea, troppo preso spesso da beghe locali per guardare in alto. L’azienda Ciavolino insiste sul territorio ardiese ormai dai primi Anni ’80. All’inizio solo come sito di stoccaggio di frutta secca proveniente da tutto il mondo, poi – a seguire – come vero e proprio sito di trasformazione della materia prima, fino al prodotto finale. E non parliamo più solo di pinoli (che pure sono considerati l’eccellenza della frutta secca), ma di nocciole, noci, mandorle, mandorle pelate e una serie di frutta essiccata (albicocche, prugne, ecc.) che troviamo sui banchi delle più grandi catene di supermercati italiani. Eh già, perché i prodotti Ciavolino vengono distribuiti praticamente ovunque, essendo la Ciavolino il maggiore distributore italiano di frutta secca e, con i suoi 63 milioni di euro fatturati, anche la prima azienda in Europa. Insomma, un’eccellenza internazionale, che ha sede proprio a Tor San Lorenzo, al confine con la zona di Campo di Carne. E in pochi lo sanno. Una lavorazione maniacale sotto il profilo della qualità e della sicurezza, con una catena di produzione che parte da analisi di laboratorio sul prodotto e su chi ci mette le mani, fino al confezionamento finale, effettuato su taratura elettronica del contenuto di ogni singolo prodotto. Ma dal titolare, Daniele Ciavolino, vogliamo sapere di più… Perché la Ciavolino non è solo un’azienda tecnologicamente avanzata e rispettosa dell’ambiente, è una storia di vita… “Sono cresciuto con i pinoli – racconta Daniele – Ricordo l’odore del pesto che i miei nonni facevano nel mortaio con il basilico, e poi ancora i pinoli tostati al forno, o messi sulle braciole, oppure a bollire nel sugo, oltre alla classica e dolcissima torta di pinoli”. Insomma, un sapore di vita vissuta, prima ancora che un prodotto da vendere… “Eh sì, i pinoli sono legati a tanti ricordi della mia infanzia e della mia famiglia. Anche ad alcune novità, per l’epoca, che oggi sono diventate cult: come ad esempio usare la frutta secca per le insalate, rendendole più gustose e croccanti, oltre che nutrienti. Oggi sono ricette consigliate dai nutrizionisti, all’epoca erano il sorriso in tavola”. Oggi l’azienda, che Daniele “governa” insieme al papà, alla moglie e alla sorella, si sta ancora ingrandendo, rendendo Ardea un punto di riferimento per il mercato internazionale, con tutto ciò che può comportare in termini di lavoro diretto e di indotto. E ha bisogno di nuovi spazi… Ci sarebbe ancora da raccontare della produzione bio, delle famiglie occupate in azienda, dell’inclusività della Ciavolino, dei mercato internazionale… Lo faremo, perché questa è solo la prima puntata di un racconto che merita di essere portato alla luce, prima di tutto nel territorio che sta facendo da culla a uno sviluppo che rappresenta un punto di orgoglio per l’intera nazione.

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