mercoledì, Maggio 8, 2024

Morte Andrea Purgatori, la consulenza: “Bastava un antibiotico per salvargli la vita”. La famiglia: “Da diagnosi errata effetti gravissimi”

Nessuno dei medici che nella clinica privata Villa Margherita di Roma ebbe in cura Andrea Purgatori comprese davvero la patologia da cui era affetto, un’endocardite (infezione delle valvole cardiache) che conviveva con un tumore ai polmoni. Una semplice terapia antibiotica avrebbe potuto allungargli la vita. Lo rivela la consulenza richiesta dal pm Giorgio Orano (a firma Luigi Marsella e Alessandro Mauriello) sulla morte del giornalista, avvenuta il 19 luglio 2023. La famiglia: “Dalla diagnosi errata effetti gravissimi”. Nella consulenza voluta dalla Procura, che, in seguito all’esposto della famiglia, ha indagato per omicidio colposo quattro medici curanti, si legge, riporta il Corriere della Sera, che il dott. Laudani, medico curante di Purgatori, “ometteva la prescrizione di accertamenti clinici, laboratoristici e strumentali finalizzati alla diagnosi di endocardite infettiva. Tali omissioni risultano a nostro avviso ascrivibili a imperizia e non rispondenti alle buone pratiche cliniche da noi individuate in letteratura”. Purgatori, inutilmente sottoposto a terapia anticoagulante ma anche a radioterapia per aggredire ipotetiche metastasi cerebrali diagnosticate dal professor Gianfranco Gualdi, lamenta un malessere significativo: la febbre è salita, l’autonomia è compromessa. I segnali di una malattia importante appaiono clamorosi. In quel caso “sulla base dei dati clinici, radiologici e della terapia impostata era opportuno valutare altre ipotesi diagnostiche oltre a quella proposta dalla dottoressa Giallonardo di un’embolia conseguente a una fibrillazione atriale”, scrivono i consulenti del pm. Il giornalista fu sottoposto a verifiche anche al Policlinico Umberto I, ma solo successivamente, troppo tardi. “All’Umberto I sostanzialmente con gli stessi elementi (di Villa Margherita, ndr) i sanitari sin da subito ipotizzavano un’endocardite batterica e tempestivamente effettuavano gli accertamenti necessari a confermare la diagnosi”. La perizia ha escluso anche la presenza di metastasi cerebrali indicate dal professor Gualdi (indagato assieme al collaboratore Claudio Di Biasi, alla dottoressa Maria Chiara Colaiacomo e allo stesso Laudani) e aggredite con una radioterapia dagli effetti collaterali problematici. Sulla vicenda interviene la famiglia assistita dall’avvocato Alessandro Gentiloni Silveri: “Ad Andrea sonostate diagnosticate e curate con urgenza metastasi cerebrali che al momento della morte si è scoperto non esistere. E questo ha portato a uno sviamento della corretta diagnosi e terapia”. La famiglia di Andrea Purgatori si dichiara “incredula” dell’operato dei medici e sottolinea in una nota come “la diagnosi iniziale del maggio 2023 del Prof. Gianfranco Gualdi del dott. Di Biase e della dott.ssa Colaiacono di numerose metastasi celebrali era errata come è risultato senza incertezze dall’indagine autoptica”. La famiglia del giornalista aggiunge inoltre che l’errata diagnosi fu reiterata nonostante “i continui e gravi episodi ischemici” e non solo “ha sviato il percorso terapeutico della reale patologia” ma “ha avuto conseguenze gravissime, avendo condotto ad immediate ed importanti cure radio terapiche su tutto l’encefalo alla massima potenza e intensità”. La famiglia si dichiara “incredula dall’operato del dott. Di Biase che, l’8 luglio 2023, quando doveva essere oramai palese l’errore diagnostico stanti i continui e gravi episodi ischemici che colpivano Andrea Purgatori, reiterava incredibilmente la diagnosi di multiple inesistenti metastasi celebrali”. “Confidiamo, pertanto, nell’operato della Procura di Roma, che ringrazia ancora una volta per la professionalità e accuratezza delle indagini sinora svolte, affinché vengano accertate e punite secondo la legge le gravi responsabilità per la prematura scomparsa di Andrea Purgatori”.

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