martedì, Maggio 7, 2024

Tragedia di Suviana: cosa è successo nella centrale idroelettrica

L’inferno dell’Appennino bolognese, nella centrale elettrica Enel del lago di Suviana, si è scatenato intorno alle 14:30 di martedì, quando una turbina è esplosa all’ottavo piano sotto lo zero, causando prima un incendio e poi l’allagamento del nono, con crollo di un solaio. L’esplosione e il successivo crollo hanno travolto almeno 12 tecnici, tutti di ditte esterne (uno era un ex dipendente Enel impiegato come consulente per queste società), che lavoravano alla messa in opera di adeguamenti della centrale. In tre, all’ottavo piano, sono morti sul colpo. Altri sono stati investiti dal soffitto crollato, prima che un tubo refrigerante della turbina allagasse l’ambiente. Quattro persone risultano disperse. Cinque invece sono gravemente ferite e ricoverate negli ospedali di Parma, Cesena, Bologna e Pisa. Hanno fra i 35 e i 73 anni le tre vittime identificate nella strage di Suviana. Si tratta di Pavel Petronel Tanase, nato in Romania, di Settimo Torinese (Torino), di 45 anni, Mario Pisano, nato a Taranto e residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto), 73 anni e Vincenzo Franchina, 36 anni, di Sinagra (Messina). Dal momento dell’esplosione sono intervenute dodici squadre dei vigili del fuoco, di cui due di sommozzatori. A queste si aggiungono due squadre specializzate nella ricerca sotto le macerie: operano fino a 40 metri sottoterra, su 70 di profondità della centrale. Sul posto, nella giornata più nera che la storia recente del lavoro italiano ricordi, anche carabinieri, polizia e guardia di finanza. Per le istituzioni la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Irene Priolo, e i sindaci del territorio, oltre a quello metropolitano di Bologna Matteo Lepore: “Rischia di essere una delle tragedie sul lavoro più gravi della storia recente del nostro Paese”, ha detto. Siamo nella frazione di Bargi, comune di Camugnano. Qui si trova una delle quattro centrali idroelettriche di un sistema di laghi che coinvolge, oltre a quello di Suviana, il Brasimone, Santa Maria e Pavana. Una centrale strategica per la rete nazionale: da qui, raccontano le persone del territorio, partì la spinta per riattivare l’elettricità in tutta Italia dopo il blackout del 2003. Al presidente della Regione Stefano Bonaccini è arrivato il cordoglio del Capo dello Stato, Sergio Mattarella: “Sia fatta piena luce sulla dinamica dell’incidente”. “Adesso è il momento dei soccorsi poi però pretendiamo di sapere le cause, cosa è successo: davvero non è tollerabile che si possa morire così sul lavoro”, ha detto Bonaccini. Il premier Giorgia Meloni ha espresso “tutta la mia vicinanza e quella del governo ai familiari delle vittime e ai feriti rimasti coinvolti”. E’ arrivato alla centrale anche il viceministro delle Infrastrutture Galeazzo Bignami. ‘amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, è andato sul posto “per seguire di persona l’evolversi della situazione”. L’azienda del gruppo Enel che si occupa dello sviluppo e della gestione delle attività di generazione di energia da fonti rinnovabili, ha spiegato in una nota che “sta collaborando con tutte le autorità competenti ed esprime cordoglio e vicinanza al personale coinvolto e alle famiglie, che rappresentano la priorità per l’azienda”. Pare che prima dell’esplosione si fosse sentito un rumore strano che ha spinto alcuni lavoratori ad allontanarsi. E all’interno della centrale, secondo quanto ha riportato il sindaco di Camugnano Marco Masinara, sarebbero rimasti due feriti lievi, per non abbandonare i colleghi. La tragedia è avvenuta nel giorno del collaudo. Sul posto anche il procuratore capo, Giuseppe Amato. Inevitabilmente verrà aperta un’inchiesta: “In questa fase stiamo cercando di capire che cos’è successo, faremo un’iscrizione di natura tecnica del fascicolo nei prossimi giorni per eseguire gli accertamenti urgenti che sono in primo luogo quelli sulle salme, verificheremo se è necessario o no procedere alle autopsie e poi dopo faremo gli approfondimenti”.

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