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L’esercito israeliano ha preso il controllo del valico di Rafah sul lato di Gaza

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L’esercito israeliano afferma di aver preso il controllo del valico di Rafah. Poco prima rapporti militari e media locali avevano dato notizia dell’arrivo delle truppe, con conseguente interruzione delle spedizioni umanitarie, dopo aver compiuto attacchi nella parte orientale della città, nei quali sono rimaste uccise almeno otto persone. Lo Stato ebraico ha deciso di continuare l’operazione nel sud della Striscia “per esercitare pressioni militari su Hamas”, inviando contemporaneamente anche una delegazione a Il Cairo per le trattative. Secondo fonti ben informate, l’obiettivo di Tel Aviv è impadronirsi del lato palestinese del valico di confine tra Egitto e Gaza nelle prossime ore e monitorare tutti gli aiuti che arrivano nella Striscia. Nella notte le forze israeliane hanno attaccato anche il valico di Kerem Shalom, bombardando l’area dall’alto e con il fuoco dell’artiglieria e provocando vittime. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha affermato che l’invasione di Rafah “sarebbe intollerabile”. In precedenza Hamas aveva accettato l’accordo sulla tregua, informando i mediatori. Per il ministro dell’Economia israeliano Nir Barkat, si tratta però del “solito trucco: i fondamentalisti non hanno accettato nulla”. L’esercito israeliano ha annunciato la morte di due soldati riservisti uccisi ieri a Metulla, nel nord del Paese, da un drone esplosivo degli Hezbollah. Lo ha fatto sapere il portavoce militare aggiungendo che si tratta di Dan Kamkagi (31 anni) e Nahman Natan Hertz (31) della 551/esima Brigata. Il bilancio dei soldati caduti da ottobre scorso sul fronte nord è ora salito a 13. A questi vanno aggiunti anche nove civili uccisi negli attacchi Hezbollah. “In questo momento bisogna riuscire a interrompere ovunque le spirali di violenza che fanno aggravare i problemi e non consentono di risolverli: sono qui per testimoniare quanto l’Italia abbia fiducia nelle Nazioni Unite e nella sua azione signor segretario generale”. Così Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, incontrando al Palazzo di Vetro il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.

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