Sono in ritardo di oltre un anno i lavori di sistemazione di quella che è stata per trent’anni la tomba di Giacomo Manzù ad Ardea. L’artista bergamasco, morto nel 1991, è stato sepolto ad Ardea nel giardino del suo museo, gestito dal Polo Museale del Lazio, appendice del ministero della Cultura. Nel gennaio 2021 la famiglia ha deciso di riesumare la salma dello scultore, cremarla e riunire le ceneri a quelle della moglie Inge Schabel, scomparsa nel 2018, nella loro casa di famiglia a Colle Manzù ad Aprilia. L’ex tomba è rimasta danneggiata dalla riapertura. Si è resa necessaria una interrogazione parlamentare per capire quando si sarebbe proceduto alla sistemazione del sepolcro, ormai vuoto. Il senatore Andrea De Priamo aveva interrogato l’allora sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. Sgarbi aveva risposto a gennaio 2023: «La Direzione regionale musei Lazio, cui il museo Giacomo Manzù di Ardea è pertinente, ha provveduto alla messa in sicurezza del monumento funebre di Giacomo Manzù, collocato nel giardino del museo, con la numerazione dei frammenti e il ricovero degli stessi in deposito, nel gennaio 2023». lavori sono stati presentati al pubblico il 17 gennaio 2023, in occasione dell’inaugurazione dell’acquisizione di due nuove opere alle collezioni del museo, nel giorno dell’anniversario della scomparsa del maestro. «I lavori di restauro saranno avviati in primavera, per ragioni tecniche, legate alla temperatura e alle condizioni climatiche in relazione alla capacità di polimerizzare del materiale che sarà utilizzato per incollare i frammenti», aveva detto Sgarbi. Si riferiva alla primavera 2023. Bene: è passato oltre un anno e quella ex tomba è ancora transennata, con i marmi staccati e più in generale un senso di degrado. Questo nonostante l’estrema cura del giardino e del museo, che continua a essere un punto di riferimento fondamentale della storia dell’arte italiana.
