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domenica, Giugno 16, 2024

Crisi interna, lunedì il vero banco di prova

 Il 27 maggio prossimo si voterà la rendicontazione di bilancio. Potrebbe essere il giorno in cui salteranno i numeri per poter continuare a governare e a quel punto il sindaco si vedrebbe costretto a gettare la spugna. I cittadini chiedono risposte e trasparenza ma sullo sfondo cresce l’ombra del commissario prefettizio. Nessuna prova distensiva nel week end dopo la profonda crisi che ha colpito la maggioranza. A Cerveteri i civici dissidenti e il sindaco, Elena Gubetti, sono ancora lontani. Lo strappo non è stato ricucito e i membri di Governo Civico e Cerveteri Democratica sono anche usciti dal gruppo Whatsapp della maggioranza. Un gesto che va nella direzione dello scontro nonostante Alessandro Gazzella, Claudio Nucci, Maria Antonietta Pilu, Anna Mastrandrea e Adele Prosperi di Governo Civico più Carmelo Travaglia, Antonella Di Cola e Angelo Galli di Cerveteri Democratica appiano dichiarato nell’atto protocollato in municipio di dare «appoggio esterno». Una situazione piuttosto ambigua a pochi giorni dalla votazione della rendicontazione di bilancio dove il banco potrebbe saltare e dove si capirà la strategia dei dissidenti. In questa fase, è non è da poco, l’amministrazione comunale al momento non può contare su due assessore in settori chiave. Matteo Luchetti di Governo Civico ha riconsegnato la delega alle Opere Pubbliche seguendo i consiglieri. Da loro si sono però dissociati il vicesindaco Federica Battafarano e Luigi Geronzi, consigliere comunale passato con il gruppo misto. Vuota ancora la casella dell’assessorato ai Servizi sociali dopo che ha lasciato anche Francesca Badini per «questioni lavorative». Gubetti e il Pd, che in questo momento la sta sostenendo più che mai, attendono anche un mossa dei civici. «Siamo ormai alla frutta – si fa sentire il consigliere comunale Gianluca Paolacci – . Io penso che per avere un amministrazione più solida, dopo la rivolta degli stessi membri della maggioranza, la Gubetti debba avere il coraggio di chiamare in causa tutti gli schieramenti politici, maggioranza e opposizione. Se non si vuole commissariare la città, a cui si recherebbe un danno enorme, vi è bisogno di un ragionamento che vada oltre i confini politici. Ad oggi, dopo 2 anni, la figura del sindaco è colorata di tante perplessità, segno evidente di una lacerazione molto profonda».

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