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sabato, Giugno 15, 2024

Omicidio Fabrizio Piscitelli, teste chiave in aula

“Fabrizio Piscitelli faceva da cerniera tra il gruppo degli albanesi, con Arben Zogu al vertice, e gli estremisti di destra del gruppo degli Irriducibili”. Un legame che non si interrompe né quando la consorteria malavitosa viene disarticolata dall’operazione della Finanza Vento dell’Est nel 2015, né dopo la morte dello stesso Diabolik. Il Comandante del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Roma, Dario Ferrara, sintetizza in aula l’informativa redatta insieme alla Squadra Mobile. Dopo il delitto – riferisce il teste – gli albanesi più vicini a Piscitelli, Elvis Demce e Bardhi Petrit, detto Titti, pianificano la vendetta contro quelli che ritenevano i responsabili. Viene organizzata per questo anche una riunione a San Giovanni insieme agli ultrà. La prima rappresaglia il tentato omicidio di Leandro Bennato a novembre 2019, a Boccea. A sparare, in questo caso, racconta sempre Ferrara, Matteo Costacurta. Il carabiniere cita un’intercettazione in cui Titti parla dei presunti mandanti: Giuseppe Molisso e Leandro Bennato avrebbero spinto Alessandro Capriotti, Il Fornaro, a farlo, ovvero a dare l’appuntamento in cui Piscitelli troverà la morte. Il leader degli Irriducibili viene freddato, il 7 agosto 2019, su una panchina del Parco degli Acquedotti. Il sicario – secondo la Procura – l’argentino Raul Esteban Calderon. “Dietro c’è l’ok di M., sostengono due soggetti in un’intercettazione. “M” – ipotizza l’investigatore – è il boss di camorra Michele Senese. 
Si parla anche del possibile movente: “Guadagna 200mila euro al mese e ti manda 2mila?” dicono sempre i due intercettati. Il riferimento alla stecca non versata da Piscitelli per sostenere la detenzione di Senese.

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