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domenica, Giugno 16, 2024

Sabbia del Sahara, l’aria a Roma non migliora

L’aria che i romani hanno respirato lunedì era anche peggiore di quella del giorno prima. Cattive notizie dalle centraline dell’Arpa posizionate in città. Per la seconda giornata consecutiva, la sabbia del Sahara arrivata sulla Capitale ha fatto sforare i limiti di concentrazione di Pm10, le polveri sottile, in nove stazioni di rilevamento su 13. Lo dicono i dati rilevati dall’Arpa nel monitoraggio del 20 maggio. Questa improvvisa impennata di Pm10 non si vedeva da marzo. Da quando, infatti, la sabbia del deserto più famoso del mondo era arrivata a Roma per la prima volta nel 2024. Polveri trasportate dai venti e che, con la pioggia, cadono sulla città, ricoprendo auto e palazzi. I risultati si vedono, poi, nei dati forniti dall’Arpa Lazio. Anche le quattro stazioni che non hanno sforato i limiti hanno fatto registrare valori preoccupanti. Il problema è che la presenza della sabbia nell’aria mette a rischio le persone più fragili, specialmente anziani, donne in gravidanza e bambini. Le particelle si spostano impercettibili nell’aria ed entrano nei polmoni causando, alla lunga, seri problemi. Ancora una volta, quindi, il Campidoglio ha firmato una determinazione per chiedere alla cittadinanza di mettere in atto delle buone pratiche per contenere l’inquinamento, in particolar evitando l’utilizzo del mezzo privato. Alle categorie più fragili viene chiesto di uscire di casa il meno possibile.

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