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domenica, Giugno 16, 2024

Mafia turca, il boss progettava attentati dalla casa di Bagnaia

Era agli arresti domiciliari ma da qui organizzava piani, dava indicazioni e gestiva traffici di armi. Progettava un attentato in Turchia. ”Dammi una settimana di tempo – diceva mentre era intercettato – sto facendo grandi preparativi, tutta la Turchia ne parlerà”. Baris Boyun, il presunto boss della mafia turca, arrestato ieri insieme ad altri 17 fedelissimi tra cui 7 residenti nella Tuscia, riusciva a gestire l’organizzazione dall’abitazione di via Cardinal Gambara a Bagnaia. Dalle indagini tecniche effettuate sulla auto, sui telefoni e soprattutto nell’abitazione, tramite una microspia nascosta nel suo braccialetto elettronico, è emerso come la principale attività del gruppo, soprattutto in Italia, fosse costituita dal traffico di armi. ”Si tratta di armi da sparo, sia ordinarie che da guerra” come scrive nell’ordinanza il gip del Tribunale di Milano, Roberto Crepaldi. ”Armi che vengono importate in Italia e in altri paesi europei, trasportate e vendute ad altre organizzazioni criminali, ma soprattutto usate dal gruppo per azioni intimidatorie, omicidiarie (anche su commissione) e per veri e propri attentati”. Tra i fedelissimi del boss c’è anche Giorgio Meschini che – come scrive il gip – ”fornisce un supporto logistico all’associazione trasportando gli associati e assistendoli negli spostamenti “necessari” e funzionali alle esigenze e scopi associativi sull’intero territorio nazionale; quindi accompagna la Ece moglie di Boyun dall’aeroporto a Crotone presso l’abitazione del Boyun agli arresti domiciliari, assiste Cancin Friki Faith, Gultepe Tolga, Akarsu Kerem Demir Bayram e Aytekin Cemil” mettendo  ”a disposizione” l’autovettura a lui in uso ed intestata alla madre per il trasporto di armi e denaro illecito.

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