domenica, Dicembre 8, 2024

Commissari Ue, Raffaele Fitto al test finale: la valutazione slitta a “data da destinarsi”

È stato ribattezzato “Super Tuesday”: oggi è il martedì in cui tutti e sei i vicepresidenti della Commissione europea affrontano la sfida delle audizioni parlamentari. Il primo a rispondere alle domande degli eurodeputati è il candidato italiano alla vicepresidenza esecutiva, Raffaele Fitto, il cui esame è iniziato alle 9 nella sede dell’Europarlamento di Bruxelles. “Non sono qui per rappresentare un partito politico o uno Stato membro, ma per il mio impegno per l’Europa”, ha detto Fitto in apertura di audizione. I coordinatori della commissione Affari Regionali dell’Eurocamera hanno optato per un rinvio a “data da destinarsi” per la valutazione dell’audizione di Fitto.
I coordinatori della commissione Affari esteri del Parlamento europeo hanno deciso di posporre anche la riunione per la valutazione di Kaja Kallas, secondo quanto scrive su X la portavoce del Parlamento europeo, Delphine Colard. L’audizione di Kaja Kallas è in programma subito dopo quella di Fitto: poi tocca a Roxana Minzatu, Stephane Sejourné, Henna Virkkunen e Teresa Ribera. Nei giorni scorsi i giudizi dei coordinatori delle Commissioni competenti venivano espressi dopo ogni singola audizione, mentre ora si va verso l’ipotesi di congelare, posticipare e unificare il momento del voto sugli ultimi 6 candidati commissari designati. Il voto, se si dovesse raggiungere l’accordo in tal senso, sarà quindi espresso solo alla fine. “Cinque anni fa ero seduto tra di voi, ricordo il mio viaggio politico, dal locale al nazionale a Bruxelles: ho sempre lavorato per un’Europa più forte. E’ un onore per me e sono pronto a mettere tutta la mia esperienza al servizio della Commissione. E’ un onore che il mio governo mi abbia indicato. Non sono qui per rappresentare un partito politico o uno Stato membro, ma per il mio impegno per l’Europa”. Lo ha detto il Commissario designato Raffaele Fitto aprendo il suo intervento introduttivo all’audizione al Parlamento europeo. Secondo Fitto, inoltre, “la politica di coesione dell’Unione europea serve per raggiungere i nostri obiettivi climatici concordati. La politica di coesione va semplificata, deve essere più flessibile e trasparente: corrisponde a un terzo del bilancio pluriennale e deve essere finanziata in modo adeguato”.
“Il modo migliore per andare avanti è avere un dialogo aperto e costruttivo nonostante opzioni politiche diverse: le nostre diverse storie sono la nostra forza – ha proseguito il candidato italiano nel corso della sua audizione -. L’Europa è casa nostra: abbiamo la responsabilità comune per lavorare a favore del benessere dei nostri cittadini”.
“Lavorerò per consentire agli Stati membri di realizzare le riforme previste dai Pnrr nazionali entro il 2026”, ha quindi dichiarato Fitto. “Il Recovery fund ha stimolato l’economia dopo la crisi della Covid. Anche gli investimenti pubblici sono aumentati e i prefinanziamenti nell’ambito dello strumento hanno svolto un ruolo fondamentale nell’avviare la ripresa dell’Ue. In qualità di vicepresidente esecutivo, lavorerò a stretto contatto con la Commissione per l’economia e la produttività del prodotto per consentire agli Stati membri di realizzare riforme e investimenti entro il 2026. Questa è la nostra responsabilità collettiva”. “Agirò sempre e soltanto nell’interesse della nostra unione e dei nostri cittadini, per la prima volta un vicepresidente esecutivo riceve un incarico per la coesione questo dimostra quanto sarà importante la politica coesione in questo mandato. La politica di coesione sta al cuore dell’integrazione europea, gioca un ruolo fondamentale per ridurre le disparità tra territori e regioni, i nostri cittadini sono al centro di questa politica. Lo sviluppo demografico dell’Europa è una grande sfida che dobbiamo affrontare insieme. Lavorerò anche sulla questione della casa in collaborazione con il nuovo commissario, sarà un altro lavoro fondamentale”, ha aggiunto ancora Fitto.
Rispondendo a una domanda del gruppo socialista, il candidato italiano ha detto: “Non entrerò in alcun modo nel dibattito di politica nazionale, lo faccio solo per ricordare che come ministro, io in Italia non ho fatto quello che viene detto. La riforma della politica di coesione italiana è stata approvata dalla Commissione Ue e ha visto nel percorso un confronto con gli enti locali, con il via libera delle regioni e dei comuni. Le regioni e le autonomie locali sono il perno della politica di coesione”.
Rispondendo invece a una domanda dei Patrioti, Fitto ha parlato del “problema di spopolamento nelle isole e nelle aree rurali: servono politiche su misura per rafforzare il diritto ai giovani di restare nei loro luoghi: ci sono degli importanti riferimenti nel rapporto Letta ripresi dalla lettera di Ursula Von der Leyen su questo tema. Abbiamo bisogno di intervenire con politiche specifiche in questi territori”.
Per quanto riguarda invece la questione ucraina, Fitto ha precisato: “I programmi delle aree in Ucraina, ai confini della Russia, hanno bisogno di sentire l’Europa ancora più vicina: la risposta dell’Unione deve essere più forte. Serve una riflessione a parte: la sfida dell’allargamento parte da qui. Serve dare risponde forti e chiare: il nostro ruolo sarà rafforzare la nostra presenza in questi territori”. “Circa la nostra astensione sul Next Generation Eu posso dire che in quella fase avevamo dei dubbi sulla sua attuazione, ma era una posizione di attesa, non contraria. Se dovessi votare domattina sarebbe un voto favorevole”, ha precisato. “Posso dire che il mio ruolo sarà di indipendenza e equidistanza con tutti gli stati membri, conosco bene il codice di condotta e le posso assicurare che per quanto mi riguarda la serietà nel mantenere gli impegni è garantita. La presidente von der Leyen ha chiesto la collegialità di tutte le decisioni e io sono pronto a prendere un impiego sul fronte della collegialità e della condivisione. So bene che il mio sarà diverso da quanto fatto finora. Essere parlamentare europeo vuol dire essere rappresentante di una parte, essere ministro vuol dire rappresentare un Paese, essere un commissario vuol dire rappresentare l’Ue”.

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