sabato, Dicembre 7, 2024

Sospetta contaminazione da plutonio in un impianto: coinvolto un operaio. L’azienda: nessun incidente nucleare

Sospetto caso di contaminazione da plutonio di un lavoratore nel Centro Enea di Casaccia, alle porte di Roma. L’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare (Isin) sta “seguendo con la massima attenzione il caso. “Non vi è stato alcun incidente nucleare e ogni informazione circolante in tal senso è destituita di fondamento”, scrive in una nota Sogin, la società che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi. “Sogin esclude categoricamente che vi sia stata qualsiasi contaminazione dell’ambiente esterno”, sottolinea.
“Il 21 novembre scorso, nel corso di attività di gestione di rifiuti radioattivi all’interno dell’impianto Plutonio, che si trova nel centro Enea di Casaccia, è stato riscontrato un evento di ‘contaminazione interna’ di un dipendente con potenziale superamento dei limiti di dose annuale prescritti dalla normativa. Sogin ha subito informato di quanto accaduto tutte le Autorità”, ricostruisce Sogin. “Sono state immediatamente attivate le procedure previste dalla legge finalizzate a tutelare la salute dei lavoratori, così come avviene ordinariamente. I monitoraggi effettuati e conclusi venerdì pomeriggio registrano valori confortanti. Sogin continuerà a monitorare la situazione nel rispetto delle procedure previste”. Con riferimento al caso di contaminazione del lavoratore dell’impianto Plutonio della Sogin, ospitato presso il Centro Ricerche Casaccia, Enea precisa di essere “completamente estranea all’evento avvenuto in un’area gestita dal 2003 dalla stessa Sogin, che in un suo comunicato ha comunque escluso essersi trattato di incidente nucleare”. L’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare sottolinea che “nell’immediatezza della contaminazione ha effettuato una prima ispezione nell’impianto e ha raccolto a verbale le dichiarazioni dei responsabili sulla dinamica di quanto accaduto”. Parallelamente, sta seguendo l’evolversi della vicenda che “sembra al momento non prefigurare conseguenze severe”. Una seconda ispezione è stata già programmata e dovrebbe essere effettuata nei prossimi giorni.
“Resta, naturalmente, l’esigenza di accertare quanto accaduto e come si è potuta verificare la contaminazione di un esponente del personale – prosegue l’Isin – che dovrebbe operare in piena sicurezza grazie ai dispositivi di protezione previsti dalle normative in materia. Compito dell’Isin è anche accertare, ove vi fossero state, falle nelle procedure di sicurezza o nella loro attuazione e raccogliere elementi per individuare eventuali responsabilità”.
Secondo fonti interne al Centro Ricerche, a Casaccia sarebbero rimasti solo alcuni grammi di plutonio all’interno di un impianto dismesso che studiava la produzione di questo materiale dall’uranio e che dal 2003 è affidato a Sogin. Il grosso del plutonio di Casaccia infatti sarebbe stato trasferito da tempo negli Stati Uniti.

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