La casa è un diritto fondamentale, ma sostenerne i costi per chi vi abita è sempre più difficile. Anche se ne si è proprietari. Tra le utenze di acqua, luce e gas, le spese di condominio e quelle straordinarie per la manutenzione e soprattutto le rate del muto, il rischio è quello di una crescente povertà abitativa. E Roma – secondo i dati nazionali diffusi da una società che fa comparazioni sulle tariffe – è la seconda città d’Italia per i costi di mantenimento della propria abitazione. Viene subito dopo Milano, e prima di Bologna, Firenze, per non parlare delle città del sud. Nella capitale la media è di 21 mila euro l’anno, pari a 1.700 euro mensili, praticamente uno stipendio. Cifre che si riferiscono a una famiglia di 3 persone che abita in un immobile di 100 mq in una zona semicentrale. Ad alzare i costi è soprattutto la rata dei muti, che arriva fino a 1.500 euro mensili, per la durata media di 25 anni. Più della metà della media nazionale, di poco sopra i mille euro. Anche in questa coso solo Milano è più cara. Più basso invece rispetto a tutte le grandi città del nord è il costo delle utenze, una media di 212 euro al mese, sotto la media nazionale e in posizione centrale tra il nord e il sud. Posizione simile, centrale, anche per il costo della TaRi, 33 euro al mese. In questo caso però la maggior parte delle città meno costose sono al nord e le più costose sono al sud.