domenica, Luglio 6, 2025

Garlasco, i genitori di Chiara mostrano il contenuto dell’ultima borsa utilizzata dalla figlia: “Manovre per scagionare Stasi”

“Quarto Grado” intervista i genitori di Chiara Poggi, la ragazza trovata senza vita nell’abitazione di famiglia, in via Pascoli il 13 agosto 2007 a Garlasco. Giuseppe e Rita Poggi mostrano all’inviata Martina Maltagliati il contenuto dell’ultima borsa utilizzata dalla figlia e dichiarano: “È sempre stata qui nell’armadio, insieme a tutte le sue cose. Tutte manovre per scagionare Alberto Stasi”. “Finché non sono potuto rientrare in casa non mi rendevo conto di aver perso una figlia, credevo di essere sempre in vacanza ancora”, prosegue Giuseppe Poggi. E sugli amici di Marco chiariscono: “Quando venivano a prenderlo il sabato sera suonavano il campanello ma non entravano in casa, lo aspettavano fuori. Al pomeriggio invece, quando non eravamo in casa, loro entravano per giocare. Li incontravamo tutti, anche Sempio, specialmente nell’estate del 2007” concludono i coniugi Poggi. Intervistato da Gianluigi Nuzzi a “Quarto Grado” Massimo Lovati, il legale di Andrea Sempio indagato per l’omicidio di Chiara Poggi nel 2007 a Garlasco, commenta alcuni elementi che sono emersi nel corso di queste ultime settimane. “Le bugie di Stasi erano le bugie di una pedina minacciata da altri. Chiara era diventata pericolosa per quello che aveva scoperto” dice Lovati. “Ho fatto un sogno nel 2007, avevo tratto delle conclusioni a cui credo ancora oggi. Dietro il delitto di Garlasco c’è una organizzazione criminale internazionale di pedofilia e traffico di minori, – prosegue Massimo Lovati – Ne ho avuto un riscontro con un fatto di cronaca accaduto a Sicilia”.
“Se vogliamo difendere Chiara dobbiamo cercare la verità e noi non lo stiamo facendo. Stiamo creando suggestioni, stiamo trovando un altro colpevole al posto di Alberto Stasi”, conclude Massimo Lovati. Ai microfoni di “Quarto Grado” Daniela Ferrari, la madre di Andrea Sempio, indagato per la morte di Chiara Poggi a Garlasco nel 2007, racconta il giorno dell’interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Moscova. “Mattinata agitata, per la marea di giornalisti ma anche per uno spintone preso prima di entrare. Una volta dentro i carabinieri hanno predisposto le telecamere e i registratori, sembra nulla ma non sono abituata” dice la madre di Sempio. “Non mi sono agitata per aver sentito il nome di un amico” chiarisce Daniela Ferrari. “Tra me e questa persona c’è un’amicizia che dura da quando avevamo otto anni. Ci siamo ritrovati per caso a Garlasco, abbiamo continuato a sentirci fino a quando non ha trovato una compagna, poi solo messaggi di auguri alle feste, – confida – Quello che faccio nel mio privato sono affari miei. Andrea? Non è tipo da santuari o cose del genere. Tutto questo non è che un piano per incastrare mio figlio” dice la donna. “Tornerà a vivere con noi e ci divideremo i dispiaceri. Mio figlio non avrà più la mente libera, la sua vita è un incubo e sarà così per molto tempo” conclude il padre Giuseppe Sempio.



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