Come una città in continua espansione. Così appare dall’alto il cantiere della quarta linea del termovalorizzatore di San Vittore. L’impianto gestito da Acea – l’unico di questo tipo nel Lazio – è autorizzato a trattare circa 400mila tonnellate di rifiuti solidi urbani all’anno. Contro questo ampliamento – progetto da oltre 200milioni di euro – i comuni della zona e le associazioni ambientaliste avevano presentato ricorso al TAR. Il ricorso è stato respinto dai giudici amministrativi. Le associazioni però potrebbero rivolgersi al Consiglio di Stato. A febbraio di quest’anno la Soprintendenza aveva sospeso temporaneamente il cantiere della quarta linea dopo che erano emersi alcuni resti archeologici. Un mese dopo è arrivata la revoca del fermo con alcune prescrizioni. Adesso i lavori proseguono fa sapere Acea in una nota – e non si prevedono variazioni significative rispetto alle attuali ricadute sul territorio anche alla luce – spiega il gestore – delle ottime prestazioni dell’impianto. A preoccupare i cittadini sono i risultati di uno studio commissionato dai comitati che evidenzia nella zona di San Vittore la presenza di metalli pesanti e diossine in campioni di latte, olio di oliva, rosmarino, muschi e licheni. Mentre per Legambiente in vista del progetto del termovalorizzatore di Santa Palomba potrebbe essere opportuna una riflessione sull’intero ciclo dei rifiuti in Regione.