sabato, Luglio 19, 2025

Cantoniere spacciava con l’auto di servizio di Roma Città Metropolitana

Utilizzava la macchina di servizio dell’ente pubblico per cui lavorava per fare da intermediario – in cambio di qualche dose gratis – tra spacciatori di droga e clienti nelle zone di Ponte di Nona e Tor Bella Monaca a Roma. Per questo, insieme a due complici, è finito in manette un cantoniere impiegato alla Città metropolitana di Roma. I tre arrestati sono: un 66enne, italiano e dipendente pubblico, un 74enne italiano, entrambi adesso sono ai domiciliari, un 30enne gambiano a cui è stato notificato l’obbligo di firma. I tre – su disposizione della procura di Tivoli che ha coordinato le indagini dei carabinieri – dovranno rispondere, oltre che di spaccio e detenzione di stupefacenti, anche della morte di un 66enne causata da un’overdose di eroina il 30 luglio dello scorso anno. Il 66enne, dipendente metropolitano, è accusato anche di peculato. Tutto è cominciato quando la vittima, nonostante le condizioni precarie di salute, ha chiesto a un amico 74enne di procurargli dell’eroina. A quel punto, l’anziano ha contattato il dipendente pubblico, il quale si è reso disponibile a organizzare la compravendita con il 30enne gambiano, in cambio di una dose per se stesso. Il consumo di droga, con un’iniezione endovenosa, tuttavia, non ha lasciato scampo al 66enne che poi è deceduto. L’attività investigativa ha messo in luce anche un più ampio contesto criminale, evidenziando come il dipendente pubblico svolgesse abitualmente il ruolo di intermediario nel traffico di droga tra acquirenti e spacciatori nelle zone di Ponte di Nona e Tor Bella Monaca. In cambio di alcune dosi di stupefacente, accompagnava personalmente gli acquirenti dai fornitori, ed era diventato agli occhi degli stessi una figura di riferimento affidabile e un vero e proprio garante della buona riuscita delle compravendite. Ad aggravare la posizione del dipendente pubblico, l’uso dell’auto di servizio, dotata di lampeggiante, per recarsi nelle piazze di spaccio anche durante l’orario di lavoro, eludendo in questo modo i controlli delle forze dell’ordine.

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