Un verdetto di assoluzione che non placa le polemiche, ma anzi solleva interrogativi profondi sulla gestione amministrativa e urbanistica del Comune di Ardea. Il Tribunale di Velletri ha assolto sei imputati – tra funzionari comunali, progettisti e tecnici – accusati a vario titolo di falso ideologico e abusi edilizi. Il processo ruotava attorno a un intervento edilizio in via degli Ermellini, a Tor San Lorenzo, ma ciò che emerge con forza dalla sentenza è la fotografia di un sistema comunale “disordinato” e “confuso”. Tutto inizia nel 2015, quando l’amministrazione comunale rilascia un Certificato di Destinazione Urbanistica (CDU) che classifica un lotto come zona B3 – destinata al completamento residenziale. Basandosi su quel documento, la società Effe Emme Soluzioni Immobiliari s.r.l. acquista l’area, versa oneri e imposte, ottiene il permesso a costruire e dà il via ai lavori. Successivamente però, emergono dubbi sulla reale destinazione urbanistica del terreno, dando origine a un procedimento giudiziario che ha coinvolto l’intera filiera decisionale del progetto: dal rilascio del CDU, alla concessione edilizia, fino all’avvio del cantiere. La decisione del Tribunale è netta: nessun reato penale da parte degli imputati, che sono stati tutti assolti. Ma la motivazione della sentenza è altrettanto chiara: l’urbanistica di Ardea è stata gestita in modo approssimativo e incoerente, con documentazione lacunosa, procedure poco trasparenti e interpretazioni urbanistiche instabili. Pur senza condanne, la vicenda getta luce su una crisi amministrativa di sistema, che potrebbe mettere a rischio anche altri interventi edilizi sul territorio. La certezza del diritto, specialmente in materia urbanistica, è fondamentale per tutelare cittadini, imprese e investimenti. Il caso rilancia con forza l’esigenza di: una mappatura aggiornata e verificabile del piano regolatore; una formazione tecnica adeguata per gli uffici comunali; l’adozione di strumenti digitali e banche dati trasparenti; una maggiore vigilanza politica su pratiche urbanistiche e concessioni. In un comune già provato da anni di tensioni sul fronte edilizio e ambientale, questa vicenda conferma che non basta assolvere gli individui: serve riformare l’intero sistema.