lunedì, Novembre 10, 2025

I consigli dei giovani non riescono a decollare ovunque

Più che una battuta d’arresto, una conferma: i Consigli dei Giovani non decollano. Non ad Ardea, dove il progetto finanziato nel 2021 è rimasto sulla carta e il Comune sarà ora costretto a restituire il contributo ricevuto. Ma nemmeno altrove nel Lazio, dove esperienze simili si contano sulle dita di una mano. L’ambizione era quella di creare un canale diretto tra le nuove generazioni e le istituzioni, per stimolare partecipazione, cittadinanza attiva e formare una futura classe dirigente consapevole. In realtà, però, i ragazzi sembrano i primi a non crederci. Il risultato? Strutture vuote, iniziative fantasma, organismi mai costituiti o nati solo formalmente. A Cisterna di Latina, ad esempio, si è arrivati persino a tenere le elezioni, ma il Consiglio dei Giovani non ha mai preso realmente vita. Ad Aprilia, dopo una prima esperienza, si è scelto di non rinnovarlo affatto. A Latina, si è preferito puntare su un modello alternativo: il Consiglio dei Bambini, con una fascia d’età più giovane e un coinvolgimento scolastico più strutturato. Nelle altre città del Lazio, nella maggior parte dei casi, il Consiglio dei Giovani non è mai stato istituito. Il problema, tuttavia, non è solo strutturale o amministrativo. A mancare, spesso, è una vera domanda giovanile di partecipazione. I motivi sono diversi: sfiducia nelle istituzioni, mancanza di spazi di espressione, e una percezione diffusa di inutilità di questi organismi. Eppure il potenziale resta. Con strumenti adeguati, comunicazione efficace e il coinvolgimento delle scuole e delle realtà associative, il Consiglio dei Giovani potrebbe trasformarsi in un laboratorio di cittadinanza attiva. Ma finché resterà confinato ai regolamenti comunali, senza gambe né passione, non sarà altro che un’occasione mancata.

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