In un Comune dove mancano i fondi per garantire l’assistenza scolastica ai bambini con disabilità, si continuano a spendere migliaia di euro in parcelle legali per difendere i tagli a quel servizio. È quanto emerso dalla seduta della Commissione Trasparenza del Comune di Ardea, che ha messo nero su bianco una situazione definita senza mezzi termini «una delle vicende più assurde di questi anni». A fare i conti è stata la VII Commissione Controllo e Garanzia, presieduta da Luca Vita, che ieri ha esaminato il quadro degli incarichi legali sostenuti dall’Amministrazione comunale in relazione ai ricorsi presentati da numerosi genitori di studenti con disabilità. Ricorsi che, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno visto il Comune uscire sconfitto in tribunale, con conseguente aggravio di spese a carico della collettività. «È inaccettabile che in una realtà come Ardea si trovino 150mila euro per opporsi al diritto all’assistenza scolastica dei più fragili, mentre le famiglie restano senza risposte e gli alunni senza un supporto educativo essenziale». Il servizio al centro del contenzioso è l’OEPAC, acronimo di Operatore Educativo per l’Autonomia e la Comunicazione. Un supporto che dovrebbe essere garantito ai bambini con disabilità in orario scolastico per favorirne l’integrazione, l’autonomia e il diritto allo studio. Ma da anni, ad Ardea, quel servizio viene erogato a singhiozzo, con criteri spesso considerati arbitrari dalle famiglie. «Alcuni bambini ricevono poche ore a settimana, altri nulla. Il servizio viene tagliato senza trasparenza e spesso senza una reale valutazione del bisogno», hanno spiegato alcuni genitori intervenuti informalmente nella discussione. Dal 2021 a oggi, oltre 150mila euro sono stati stanziati per incarichi legali finalizzati a respingere i ricorsi dei genitori. In diversi casi, i giudici hanno riconosciuto il diritto all’assistenza, condannando il Comune anche alle spese di soccombenza. Ma nonostante le ripetute sentenze sfavorevoli, l’Amministrazione ha continuato a scegliere la via giudiziaria, trascurando di risolvere il problema alla radice. Un comportamento definito dalla Commissione «miope e dannoso», che sottrae risorse a una comunità scolastica già in difficoltà. Durante la seduta, è stato chiesto all’Amministrazione di rivedere l’intera impostazione del servizio OEPAC, di garantire risorse adeguate alla copertura del fabbisogno reale e di interrompere il ricorso sistematico ai tribunali come strumento di gestione delle richieste delle famiglie. «Non possiamo accettare che un diritto fondamentale venga trattato come un problema di bilancio. I bambini con disabilità non possono essere i primi a pagare le scelte sbagliate di chi amministra» ha concluso Vita. La Commissione invierà ora una relazione dettagliata al Prefetto e all’Ufficio Scolastico Regionale, auspicando un intervento urgente per riportare legalità e giustizia sociale nella gestione di un tema che tocca i diritti più basilari dei cittadini più vulnerabili.