domenica, Novembre 9, 2025

La decisione della Cassazione a favore del Comune di Ardea

Cala definitivamente il sipario sulla vertenza tra un avvocato e il Comune di Ardea: la Corte di Cassazione di Roma ha rigettato il ricorso del legale, confermando la correttezza della sentenza d’appello che aveva dichiarato inammissibile per tardività l’impugnazione presentata contro il rigetto della sua richiesta di pagamento per prestazioni professionali. La Suprema Corte ha bocciato punto per punto le argomentazioni del ricorrente. In particolare, ha giudicato “inammissibile per difetto di specificità” la parte del ricorso relativa a una presunta querela di falso, evidenziando che la questione non era mai stata trattata nel giudizio d’appello, risultando quindi estranea al procedimento. Anche gli altri motivi presentati dal legale sono stati ritenuti inammissibili, in quanto attinenti al merito della causa, e dunque non valutabili in sede di legittimità. Nessuna possibilità, infine, per la contestazione di costituzionalità avanzata contro una norma di rito: secondo i giudici, si trattava di una censura “palesemente priva di rilevanza” ai fini della decisione. Per l’avvocato, oltre alla bocciatura del ricorso, è arrivata anche la condanna al pagamento delle spese legali, quantificate in 3.000 euro in favore del Comune di Ardea, a cui si aggiungono il 15% di spese forfettarie e altri oneri accessori. La sentenza rafforza la posizione dell’amministrazione comunale e chiude un lungo contenzioso che, iniziato con una causa per onorari professionali, si è risolto in una netta sconfitta giudiziaria per il legale.

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