Il DL 145/2024 apre un canale sperimentale con 10.000 ingressi “extra quota” di assistenti familiari e socio-sanitari destinati esclusivamente all’assistenza di anziani over 80 e persone disabili. Una misura importante, che riconosce l’urgenza crescente del lavoro di cura e che verrà prorogata almeno fino al 2026. Secondo Nuova Collaborazione – Associazione nazionale datori di lavoro domestico, questi ingressi rappresentano un segnale politico positivo, ma non bastano a colmare le fragilità strutturali del settore. Da anni, infatti, il comparto perde forza lavoro regolare e vede crescere l’irregolarità. L’ultimo Osservatorio INPS 2025 (su dati del 2024) registra 817.403 lavoratori domestici regolari, in calo del 3% rispetto al 2023 e con una perdita complessiva di 158mila posizioni dal 2021.
L’espansione del sommerso, produce effetti gravi sia sulle famiglie sia sulla tenuta del sistema previdenziale. Oggi, infatti, quasi un lavoratore domestico su due opera senza contratto e senza alcuna tutela o contributo, mentre le famiglie non possono accedere ad agevolazioni e sostegni. Il quadro diventa ancora più critico se si guarda all’età media della forza lavoro: la fascia 55-59 anni è la più numerosa (18,6%), un quarto degli addetti ha più di 60 anni e appena l’1,5% ha meno di 25 anni. Inoltre, per la prima volta, nel 2024 la quota delle badanti (50,5%) ha superato quella delle colf (49,5%), segno di una domanda crescente di assistenza a favore di anziani e persone fragili. In un settore che invecchia e che deve far fronte a bisogni sempre più complessi, pesa il dato sulla formazione: solo il 4% degli operatori dispone infatti di una certificazione formale.
“Il canale sperimentale dell’extra quota è un passo avanti – dichiara Alfredo Savia, Presidente di Nuova Collaborazione – ma senza una strategia di formazione qualificata e un piano serio di contrasto all’irregolarità rischiamo di non coglierne appieno l’impatto. In occasione della Giornata Internazionale degli Anziani che si celebra il 1° ottobre, chiediamo che l’Italia smetta di rincorrere emergenze e inizi a trattare il lavoro domestico come un pilastro del welfare nazionale. In questa prospettiva, guardiamo con interesse a tutti gli interventi che possono contribuire a rendere il settore più ordinato e sostenibile e a garantire un sostegno più organico e duraturo alle famiglie che ogni giorno affrontano il tema della cura. Mi riferisco ad un eventuale estensione della platea del bonus per i non autosufficienti e ai successisi provvedimenti attesi in materia di click day”.
Per affrontare la sfida, Nuova Collaborazione indica quattro priorità di riforma. La prima è avviare percorsi formativi certificati e retribuiti, sostenuti da incentivi fiscali per le famiglie che assumono personale regolare e qualificato. La seconda è creare un registro nazionale dei lavoratori certificati, trasparente e accessibile, per dare garanzie a chi cerca assistenza e valorizzare chi lavora nella cura. La terza è favorire una maggiore coerenza dei percorsi formativi in tutto il Paese, sostenendo l’applicazione di criteri comuni e riducendo le attuali disparità territoriali.
Infine, la quarta proposta è rappresentata dallo “zainetto fiscale”, un meccanismo semplice e flessibile che consentirebbe a ogni contribuente di disporre di un credito unico, utilizzabile per diverse spese di welfare – dall’assistenza familiare all’educazione dei figli – incentivando così la regolarizzazione dei contratti e alleggerendo il peso economico sulle famiglie. Una riforma di questo tipo avrebbe ricadute non solo sociali, ma anche economiche: più gettito fiscale e contributivo, meno irregolarità e maggiori tutele per famiglie e lavoratori.
«Il lavoro domestico – conclude Savia – è la risposta silenziosa alla più grande sfida del nostro tempo: l’invecchiamento demografico. Far emergere il lavoro nero e investire nella professionalizzazione è l’unica strada per garantire dignità a chi lavora nella cura e sicurezza agli anziani che ne hanno bisogno. Non possiamo più permetterci improvvisazione: serve una visione strategica e di lungo periodo».
Chi è Nuova Collaborazione
NUOVA COLLABORAZIONE, associazione nazionale datori di lavoro domestico fondata a Torino nel 1969 – unica firmataria nel 1974 per parte datoriale del primo CCNL sulla disciplina del lavoro domestico – rappresenta e tutela gli interessi dei datori di lavoro domestico, porta all’attenzione delle Istituzioni le problematiche riguardanti i rapporti di lavoro e – attraverso la federazione FIDALDO di cui è parte costituente – partecipa alla stipula di contratti e accordi collettivi nazionali di lavoro sia a livello nazionale che territoriale. La vocazione di Nuova Collaborazione è quella di porsi al fianco della famiglia e farsi portavoce di azioni e provvedimenti – tra cui la defiscalizzazione del lavoro domestico – per aiutare le famiglie caregiver di persone non autosufficienti e quelle con figli. Nuova Collaborazione è una delle sigle che aderiscono al Patto per un Nuovo Welfare sulla non autosufficienza, per la costruzione di adeguate politiche di welfare e proposte operative a sostegno delle persone non autosufficienti.
Welfare familiare: 10mila ingressi extra-quota per over 80 e disabili
