Un fiume umano ha attraversato le strade di Roma gridando “Stop al genocidio”. Circa 50mila persone, secondo le stime degli organizzatori, hanno partecipato ieri alla grande manifestazione che ha invaso il cuore della Capitale, trasformandosi in una delle mobilitazioni più imponenti degli ultimi anni sul tema dei diritti umani e della pace. Il corteo, colorato da bandiere arcobaleno, striscioni e cartelli autoprodotti, è partito nel primo pomeriggio da piazza della Repubblica per raggiungere piazza San Giovanni, cuore simbolico delle proteste romane. Famiglie, giovani, associazioni, sindacati, esponenti del mondo religioso e della società civile hanno sfilato insieme al grido di “Mai più guerre, mai più silenzi”. La manifestazione, organizzata da una rete di oltre cento realtà tra movimenti pacifisti, Ong, comitati studenteschi e organizzazioni per i diritti civili, ha raccolto adesioni in tutta Italia. Decine di pullman sono arrivati da regioni diverse, mentre dalle stazioni romane sono partiti cortei spontanei verso il punto di raduno. I partecipanti hanno denunciato le violenze e le stragi che si stanno consumando nei teatri di guerra, chiedendo un immediato cessate il fuoco e l’intervento della comunità internazionale per fermare “una catastrofe umanitaria che colpisce civili inermi”. Le parole “Stop al genocidio” campeggiavano su un enorme striscione di testa, accompagnato dal battito costante dei tamburi e da cori scanditi senza sosta. Numerose le testimonianze sul palco allestito a San Giovanni: attivisti arrivati da zone di conflitto, rappresentanti di organizzazioni umanitarie e personalità del mondo culturale hanno preso la parola alternandosi a momenti di musica e letture. Un appello unanime è stato rivolto alle istituzioni italiane ed europee, accusate di “indifferenza e immobilismo” di fronte al dramma in corso. L’imponente partecipazione ha mandato un segnale chiaro: la domanda di pace, solidarietà e giustizia sociale attraversa generazioni e categorie diverse. Non sono mancati momenti di tensione ai margini, con controlli serrati da parte delle forze dell’ordine, ma l’evento si è svolto complessivamente in modo pacifico e ordinato. Roma, ieri, ha dato voce a una richiesta che difficilmente potrà essere ignorata: fermare le violenze e restituire centralità al diritto alla vita e alla dignità umana.