Gli Stati Uniti hanno inviato a diversi membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite una bozza di risoluzione per l’istituzione di una forza internazionale a Gaza per una durata di almeno due anni. Lo riporta Axios, sulla base di una bozza del documento che ha ottenuto. La bozza di risoluzione, definita “Sensibile, ma non classificata”, darebbe agli Stati Uniti e agli altri paesi partecipanti un ampio mandato per governare Gaza e garantire la sicurezza fino alla fine del 2027, con possibilità di proroghe successive. La bozza di risoluzione costituirà la base per i negoziati dei prossimi giorni tra i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di votare per la sua istituzione nelle prossime settimane e dispiegare le prime truppe a Gaza entro gennaio, ha dichiarato un funzionario statunitense ad Axios. Israele ha condotto ieri sera almeno due raid aerei sulla parte orientale di Gaza City. Lo riferisce il corrispondente dell’agenzia di stampa palestinese Wafa, senza precisare se vi siano vittime. Da domenica sera, afferma l’agenzia, sono in corso bombardamenti aerei e di artiglieria israeliani, in particolare a Khan Younis e Gaza City, “provocando morti e feriti tra i civili”. Le Nazioni Unite chiedono maggiore accesso alla popolazione di Gaza per portare gli aiuti umanitari dopo il cessate il fuoco. “Sì”, ha dichiarato il portavoce, Farhan Haq, “crediamo che, giorno dopo giorno, stiamo raggiungendo più zone ma dobbiamo portare gli aiuti a tutte le persone che ne hanno bisogno”. “Per questo”, ha aggiunto, “serve non solo aprire più valichi di frontiera, ma, ad esempio, assicurarci che tutti i punti di distribuzione siano operativi. Dobbiamo garantire che tutte le persone che necessitano di visti per lavorare a Gaza, comprese le organizzazioni non governative internazionali, abbiano accesso”. “E dobbiamo assicurarci”, ha concluso, “che non esistano aree interdette per qualsiasi motivo, che si tratti di cattive condizioni stradali o del livello di distruzione nelle zone circostanti. Dobbiamo raggiungere ogni luogo e fornire aiuto a tutti”. Il Centro Satellitare delle Nazioni Unite ha pubblicato una nuova valutazione complessiva secondo cui circa l’81% di tutte le strutture nella Striscia di Gaza è danneggiato. Il nord di Gaza, secondo l’ONU, ha registrato l’aumento maggiore dei danni dal luglio 2025, con quasi 5.700 nuove strutture colpite. In totale, si legge, oltre 123.000 edifici in tutta la Striscia sono stati classificati come distrutti, altri 50 mila gravemente o moderatamente danneggiati, e 24 mila potenzialmente danneggiati. Sono quasi 200 mila strutture in tutto. L’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump sollecita Israele a consentire l’ingresso a Gaza ai giornalisti stranieri ora che è in vigore il cessate il fuoco, hanno dichiarato due funzionari statunitensi al Times of Israel. Washington ha iniziato a presentare la richiesta all’inizio di quest’anno e lo stesso Trump, interpellato ad agosto, ha dichiarato ai giornalisti che avrebbe gradito l’ingresso a Gaza, pur sottolineando che la zona non era sicura. Alcune zone di Gaza sono più pericolose di altre e con Israele ancora in controllo della metà orientale della Striscia dopo l’inizio del cessate il fuoco il 10 ottobre l’amministrazione Trump ha rinnovato la richiesta di consentire l’accesso a Gaza ai giornalisti, ha affermato uno dei funzionari statunitensi, pur riconoscendo che la questione non è una priorità assoluta per Washington. Una commissione parlamentare israeliana ha presentato alla Knesset un disegno di legge che propone la pena di morte per i “terroristi” palestinesi, una mossa promossa dal ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra Itamar Ben Gvir. Atti analoghi compiuti dagli israeliani non sono soggetti dal disegno di legge alla stessa pena. La commissione per la sicurezza nazionale ha approvato l’emendamento al codice penale, che ora sarà trasmesso al Parlamento per la prima lettura. Ben Gvir ha dichiarato che impedirà al suo partito di votare con la coalizione di governo se la legge non verrà votata entro domenica, mettendo a rischio la sopravvivenza del governo. “Non ci sarà spazio per la discrezionalità in questa legge, qualsiasi terrorista che si appresti a commettere un omicidio deve sapere che esiste una sola punizione: la pena di morte”. Sebbene in Israele la pena di morte sia prevista per un numero limitato di reati, il Paese è diventato di fatto abolizionista: l’ultimo a essere giustiziato fu il criminale di guerra nazista Adolf Eichmann nel 1962. “Si propone che un terrorista condannato per omicidio motivato da razzismo o odio verso la popolazione, e in circostanze in cui l’atto è stato commesso con l’intento di danneggiare lo Stato di Israele, venga condannato alla pena di morte, obbligatoria”, si legge nella nota della commissione per la sicurezza nazionale. La norma, si legge, “non è facoltativa e non ha discrezionalità”. Il detenuto palestinese al centro della vicenda degli abusi di Sde Teiman è stato rilasciato e riportato a Gaza il 13 ottobre nel quadro dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas: lo annunciano gli avvocati dei 5 soldati dell’Idf accusati di gravi lesioni. Il detenuto, scrive Haaretz, è stato rilasciato senza che venisse ascoltata la sua testimonianza. Cinque riservisti dell’Idf dell’unità di polizia militare Force 100 sono stati incriminati a febbraio di quest’anno con l’accusa di lesioni gravi e aggressione in circostanze aggravate per il loro presunto ruolo negli abusi sui detenuti palestinesi. L’atto d’accusa contro i cinque è di aver picchiato il detenuto, di averlo trascinato sul pavimento, di averlo calpestato e di avergli usato contro un taser. Un riservista, secondo l’atto d’accusa, ha anche accoltellato il detenuto ai glutei, provocandogli lesioni rettali. Il detenuto ha riportato la frattura delle costole, la perforazione di un polmone e del colon.
Bozza Uusa all’Onu: A Gaza una forza internazionale per almeno 2 anni






