di Alessandro Ceccarelli
È morta a 72 anni Anna Laura Braghetti, ex componente delle Brigate Rosse e figura centrale nel caso Moro. Si è spenta a Roma, dopo una malattia, circondata dall’affetto della famiglia e degli amici. A darne notizia sono stati i familiari, che hanno fatto sapere che i funerali si terranno in forma strettamente privata. Braghetti fu una delle protagoniste del sequestro di Aldo Moro: era infatti intestataria dell’appartamento di via Montalcini, ritenuto la prigione dello statista durante i 55 giorni del rapimento, dal 16 marzo al 9 maggio 1978. Nell’appartamento viveva fingendosi la fidanzata di Germano Maccari, l’“ingegner Altobelli”, copertura che serviva a giustificare i movimenti degli altri brigatisti. Nata a Roma nel 1953, proveniente da una famiglia della piccola borghesia, negli anni Settanta si avvicinò alla sinistra extraparlamentare fino all’ingresso nelle Brigate Rosse. Nel maggio 1979 prese parte all’assalto alla sede della Democrazia Cristiana in piazza Nicosia, dove vennero assassinati i poliziotti Antonio Mea e Piero Ollanu. Nel febbraio 1980 partecipò all’omicidio del giurista Vittorio Bachelet alla Sapienza, sparando per prima. Arrestata pochi mesi dopo, venne condannata all’ergastolo. Durante la detenzione sposò in carcere Prospero Gallinari, storico dirigente delle BR, da cui poi si separò. Non chiese mai benefici né sconti di pena e ottenne la libertà condizionale nel 2002, dopo ventidue anni di reclusione. Negli anni successivi si impegnò in attività sociali rivolte a detenuti ed ex detenuti. Scrisse due libri, Nel cerchio della prigione (1995) e Il prigioniero (1998), nei quali ripercorse la sua esperienza nelle Brigate Rosse e la lunga carcerazione. Negli ultimi anni aveva scelto il silenzio e una vita appartata. «Ci ha lasciati la nostra cara Anna Laura», si legge nel messaggio della famiglia, «circondata dall’amore dei famigliari e degli amici».
