Un’altra giornata da incubo per i residenti di Ardea, alle prese con l’ennesimo incendio di rifiuti che sta devastando una vasta area del territorio, generando preoccupazione, indignazione e paura. Le fiamme, alte e visibili da chilometri, hanno avvolto cumuli di spazzatura abbandonata in modo illecito, sprigionando un fumo denso e acre che ha invaso interi quartieri, da Tor San Lorenzo al complesso residenziale Sabbie d’Oro, fino alla zona della Marina. Il vento, complice nella diffusione dell’incendio, ha aggravato la situazione, trasportando i miasmi tossici direttamente dentro le abitazioni. «Siamo costretti a chiuderci in casa, con finestre sbarrate e asciugamani bagnati sotto le porte, come in un’emergenza chimica», racconta con esasperazione una residente di via delle Pinete. Molti lamentano bruciori agli occhi, alla gola e difficoltà respiratorie, mentre aumentano i malori tra i più fragili, anziani e bambini. Non è la prima volta. E i cittadini lo sanno. Gli incendi di rifiuti, soprattutto nel periodo estivo, sono una tragica e prevedibile consuetudine. Ma questa volta le proporzioni hanno superato ogni soglia di tolleranza. A bruciare non sono solo ramaglie e scarti vegetali, ma rifiuti misti, probabilmente accumulati in modo abusivo: plastica, pneumatici, residui di lavorazione edile e materiale potenzialmente pericoloso. «Non ci sentiamo al sicuro. È uno scenario da terra dei fuochi», accusa un residente di Sabbie d’Oro, mentre filma le colonne di fumo che si alzano al tramonto, coprendo il cielo. Decine le segnalazioni arrivate ai Vigili del Fuoco, che sono intervenuti con più squadre nel tentativo di circoscrivere l’incendio. Sul posto anche la Protezione Civile e la Polizia Locale, ma le operazioni sono rese difficili dalla scarsa accessibilità dei terreni coinvolti e dalla presenza di sterpaglie incolte. Sui gruppi cittadini Facebook e WhatsApp si moltiplicano video e foto delle fiamme e dei fumi che avvolgono la città. «Siamo abbandonati. Nessuno controlla, nessuno interviene per prevenire. Ogni estate è la stessa storia», scrive un utente. Monta la rabbia, ma anche il timore per la salute pubblica. «Respiriamo veleni, e non ci dice nessuno cosa c’è davvero nell’aria», accusano alcuni residenti, chiedendo interventi urgenti da parte dell’ASL e dell’ARPA Lazio per monitorare la qualità dell’aria. L’amministrazione comunale, finita ancora una volta nel mirino, viene accusata di inerzia e mancanza di prevenzione. «Non basta intervenire quando il fuoco divampa – tuona il Comitato di quartiere Nuova Florida – servono controlli continui, bonifiche delle discariche abusive, sanzioni e sorveglianza ambientale. Il territorio è lasciato a sé stesso, e questi sono i risultati». Si attende ora una risposta concreta. Ma intanto, mentre le fiamme continuano a serpeggiare tra i rifiuti e l’aria si fa sempre più pesante, Ardea respira paura, rabbia e rassegnazione. Un quadro che richiama l’emergenza ambientale e sanitaria, e che impone risposte immediate, prima che l’ennesimo rogo diventi l’ennesima tragedia annunciata.






