lunedì, Novembre 10, 2025

In tribunale contro i genitori

Assistenti educativi scolastici tagliati per mancanza di fondi, ma oltre 150mila euro impiegati in parcelle legali per opporsi ai ricorsi dei genitori. È il quadro che emerge dal report dell’ufficio legale del Comune di Ardea, al centro della nuova bufera sulla gestione dell’assistenza scolastica agli alunni con disabilità. La fotografia della situazione, presentata ieri in Commissione Trasparenza, è impietosa: 39 incarichi legali affidati, 25 ricorsi presentati dalle famiglie, 13 sentenze sfavorevoli per il Comune e solo 9 vittorie processuali. Tre i procedimenti ancora in corso. Il saldo, però, è già pesantissimo: 152.478,06 euro spesi, altri 33mila da liquidare e meno di 10mila euro potenzialmente recuperabili. Una sproporzione che ha lasciato sgomenti i membri della Commissione, che hanno sottolineato come quelle risorse avrebbero potuto essere utilizzate per rafforzare un servizio oggi in emergenza, piuttosto che per tentare di difenderne il ridimensionamento in tribunale. «Questa è una gestione miope, illogica e profondamente ingiusta» ha dichiarato Luca Vita, presidente della VII Commissione Controllo e Garanzia. «Ci troviamo davanti a un uso distorto del denaro pubblico: si finanziano studi legali, non l’assistenza agli alunni fragili. E spesso si perde pure in giudizio». Il servizio al centro della vicenda è l’OEPAC (Operatore Educativo per l’Autonomia e la Comunicazione), un supporto fondamentale per garantire la piena partecipazione scolastica degli alunni con disabilità. In molti casi, i tagli decisi dal Comune sono stati ritenuti illegittimi dai giudici, che hanno dato ragione ai genitori. Nel corso dell’audizione, il dirigente comunale Manotta ha illustrato alcune possibili strategie per il futuro: la stipula di patti extraterritoriali con altri Comuni per condividere risorse educative, l’introduzione della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) per i casi più complessi, e un potenziamento generale dell’assistenza specialistica. Soluzioni accolte con interesse, ma che non risolvono il cuore del problema. «Possono integrare, non sostituire un servizio che era – e resta – essenziale per garantire il diritto allo studio dei bambini più vulnerabili». La vicenda riaccende i riflettori su una gestione amministrativa che continua a preferire lo scontro legale alla programmazione sociale, lasciando scoperti proprio i settori più delicati del welfare locale. La Commissione, al termine della seduta, ha annunciato una relazione dettagliata da inviare al Prefetto di Roma, alla Regione Lazio e all’Ufficio Scolastico Regionale, chiedendo un intervento urgente per rimettere al centro i diritti degli alunni con disabilità. «Ardea deve decidere da che parte stare – ha concluso Vita – se con i bambini o con gli avvocati».

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