venerdì, Maggio 3, 2024

Fiumicino, il comune si dichiara contrario al progetto ‘Hotspot’

La città di Fiumicino dice no al progetto denominato “Hotspot”. La conferma arriva dopo l’ordine del giorno votato oggi all’unanimità da maggioranza e opposizione in Consiglio Comunale. L’Amministrazione, oltre ad ospitare due strutture di accoglienza per migranti adulti e oltre a partecipare al progetto SPRAR, è impegnata nell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, attraverso il Centro Petronio, che conta 10 posti e dove sono previsti ulteriori 4 posti aggiuntivi (sulla base delle emergenze), ma anche attraverso una rete di case famiglia con circa 100 minori l’anno, in considerazione del turn-over (moltissimi fuggono dalle case famiglie entro i primi i giorni) si può arrivare anche a 130 minori. Le strutture convenzionate sono circa 20 intra ed extra territorio comunale e regionale. Questi numeri, precisati dall’amministrazione comunale di Fiumicino, sono utili per comprendere che il No approvato con l’Odg è stato approvato esclusivamente per una ragione: il comune non è favorevole alla realizzazione del Centro di via Pesce Luna, come pure di altri centri simili denominati hotspot, disposti dalla Prefettura, perché tale area non è ritenuta adeguata anche per ovvi motivi di sicurezza in considerazione della prossimità all’Aeroporto e per motivi ambientali. “A ciò – affermano dal comune di Fiumicino – va aggiunto il fatto che il territorio, per la sua tipologia sociale non può accogliere un numero così elevato e concentrato di migranti con una modalità di accoglienza in strutture mobili e che, alla luce dei nuovi indirizzi normativi della Prefettura in materia di accoglienza, gli Enti Locali e dunque il Comune di Fiumicino, non possono considerarsi più esonerati dall’attivazione di percorsi di accoglienza e che per la stessa sono previste delle quote obbligatorie di attribuzione parametrate sul numero degli abitanti. L’ordine del giorno specifica anche che modalità di accoglienza devono avvenire nel rispetto delle peculiarità del territorio e nell’esercizio del dovuto controllo sociale e devono prevedere una concertazione tra la Prefettura e l’Ente locale, quantunque si tratti di bandi aperti e riservati al privato sociale.”

Redazione
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