venerdì, Maggio 3, 2024

La promessa di Salvini: "Flat tax dal 2018"

"Non vengo a vendere propositi ma a ricordare quello che abbiamo scritto anche nel contratto di governo" con l’impegno "a non aumentare Iva e accise ma anche a impostare già nel 2018 la rivoluzione fiscale basata sulla flat tax" partendo "dai redditi degli imprenditori per poi arrivare alle famiglie". Così Matteo Salvini, parlando all’assemblea di Confesercenti. "Fosse per me – ha poi aggiunto in tema di fisco – non ci dovrebbe essere alcun limite alla spesa con denaro contante". "La cedolare secca – ha continuato – ha funzionato per portare ordine nell’affitto privato, perché non portarla anche nel settore commerciale". Nel suo intervento ha poi definito "una follia" il pagamento dell’Imu sui negozi sfitti. "Bisogna fare giustizia sul fronte fiscale. Ci sono italiani ostaggio di Equitalia perché pur dichiarando regolarmente non sono riusciti a versare quel che avrebbero voluto", l’obiettivo per Salvini è quindi "chiudere le cartelle esattoriali" e sancire "la pace fiscale tra italiani ed Equitalia". Spiega Salvini: "Se hai una cartella di 45mila euro non te ne posso chiedere 50mila, devo iniziare a chiederti quello che sei in grado di darmi".
E sulle pensioni il vicepremier ribadisce che l’obiettivo "è smontare pezzo per pezzo la Fornero, introducendo subito la quota 100" e arrivare all’obiettivo finale di "quota 41" anni di contributi. Nell’anno di introduzione la flat tax stimolerebbe la crescita: l’effetto della riforma fiscale dovrebbe portare ad un aumento di 1,5 punti di consumi – pari a quasi 15 miliardi di euro in più – rispetto allo scenario base attuale, per poi assestarsi negli anni successivi in un aumento dello 0,2% (o due miliardi in più) all’anno. Secondo l’analisi condotta da Cer Ricerche per Confesercenti, la flat tax riporterebbe dunque, dopo dieci anni, i consumi degli italiani ai livelli precrisi. I risultati dello studio evidenziano anche un’accelerazione del Pil di 1,1 punti che però si verificherebbe solo nell’anno di introduzione, per poi riassorbirsi completamente in quelli seguenti.
Per l’associazione il nuovo governo deve affrontare dei nodi da sciogliere che "pesano come un macigno sul futuro del Paese" a cominciare "dalle clausole di salvaguardia dell’Iva e dalla legge di Bilancio, che sarà il vero punto di partenza dell’attività di Governo in cui dovranno essere definite le priorità e le coperture degli interventi". Questo il monito che arriva dalla presidente di Confesercenti Patrizia De Luise nella sua relazione all’Assemblea annuale della confederazione, dando voce alle piccole e medie imprese del commercio.
"Dopo un periodo di turbolenze politiche che hanno scosso i mercati, rischiando di compromettere la stabilità della nostra economia, finalmente da una settimana abbiamo un Governo che gode del sostegno della maggioranza parlamentare, completamente nuovo, con persone nuove" sostiene De Luise che incalza il ministro dello Sviluppo economico e vice premier Luigi Di Maio sull’Iva e su priorità e coperture affermando: "il Ministro Di Maio ha già dato ampia certezza in tale direzione. La miccia però è ancora accesa e bisogna spegnerla". "Il Governo deve ora sapere affrontare, con efficacia ed immediatezza, – prosegue De Luise – i principali nodi per ridare fiato a occupazione, crescita dei consumi e portare il livello della crescita del Pil in linea con l’Europa. L’aumento dell’IVA brucerebbe più di 20 miliardi di consumi delle famiglie".
"Dal nostro mercato interno si genera quasi l’80% del PIL. Se non ripartono i consumi, ben difficilmente miglioreranno le performance economiche del Paese" sostiene De Luise.
"Più potere d’acquisto alle famiglie e minore pressione fiscale per le imprese, un binomio di energie sul quale puntare – spiega il numero uno di Confesercenti – i più recenti dati Istat ci offrono scenari non esaltanti, aspettative di consumatori e imprese in costante regressione".

Redazione
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