venerdì, Marzo 29, 2024

Allarme del Servizio Sanitario Nazionale: entro tre anni si potrebbero ‘perdere’ 24mila medici

Entro tre anni il Servizio Sanitario Nazionale potrebbe ‘perdere’ circa 24 mila medici. Tra il 2019 e il 2021, ben 20 mila camici bianchi raggiungeranno i limiti di età per andare in pensione e circa 4.500 (su un totale di 18-20 mila che ne maturerebbero i requisiti) potrebbero concretamente scegliere di lasciare il lavoro grazie alla cosiddetta ‘quota 100’. Le stime sono del sindacato dei medici dirigenti Anaao Assomed, che ribadisce la sua preoccupazione per un Ssn sempre più a rischio a causa della fuoriuscita di medici, in netto peggioramento nei prossimi anni. Un ennesimo allarme, quello lanciato dall’Anaao, che aveva calcolato come già nel 2015 ben il 67% dei medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale aveva più di 50 anni. E, studiando la curva demografica aveva stimato che “l’emorragia di medici raggiungerà la cifra di circa 52.000 unità entro il 2025”. Attualmente – aveva calcolato il sindacato – i dirigenti medici escono dal sistema con una età media di 65 anni. Nel 2018 è iniziata la quiescenza dei nati nel 1953. La curva dei pensionamenti raggiungerà il suo culmine tra il 2018 e il 2022 con uscite valutabili intorno a 6.000/7.000 ogni anno. Siamo di fronte, infatti, a una popolazione professionale particolarmente invecchiata per il blocco del turnover. L’arco di tempo considerato nello studio dell’Anaao – 2018/2025 – è tale da sterilizzare gli effetti della ‘quota 100′ sul numero globale delle uscite, rimanendo il nuovo criterio pensionistico in vigore per tre anni. Inevitabile, invece, l’effetto di accelerazione delle uscite che si concentreranno soprattutto tra il 2019 e il 2022. “E’ evidente, quindi, che non basteranno i giovani medici a sostituire i pensionamenti, per colpa – sostiene il sindacato – dell’errata programmazione degli specialisti perpetrata negli anni passati, ma soprattutto crollerà la qualità generale del sistema perché la velocità dei processi presenti e, soprattutto, futuri non concederà il tempo necessario per il trasferimento di competenze dai medici più anziani a quelli con meno esperienza sulle spalle. Si tratta, infatti, di esperienze, di conoscenze pratiche e di sofisticate capacità tecniche che richiedono tempo e un periodo di osmosi tra diverse generazioni professionali per essere trasferite correttamente”.
Redazione
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